Annalisa Chirico si sente nella «Kabul al tempo dei talebani» perché non può ballare in discoteca

La scrittrice ha condiviso un video in cui parla della questione discoteche chiuse

21/08/2020 di Ilaria Roncone

La giornalista del Foglio ha voluto dire la sua sulla questione discoteche, che tanto sembra interessare pensatori e politici di una determinata parte politica, facendo un paragone quantomeno azzardato: il divieto di andare a ballare in discoteca la farebbe sentire come «a Kabul al tempo dei talebani». Il punto su cui insiste la giornalista è «l’ipocrisia di tenere i porti aperti e le discoteche chiuse» non capendo perché gli assembramenti in discoteca no e quelli nei ristoranti sì.

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Annalisa Chirico non capisce perché i contagi in discoteca siano più facili

A sottolineare il video della Chirico è stato Nino Cartabelotta, presidente della Fondazione Gimbe, che ha sottolineato come non ci sia nessun nesso tra la questione discoteche chiuse e porti aperti: «Cercasi disperatamente il nesso tra dovere di soccorso umanitario ai migranti e chiusura discoteche per prevenire contagi». Il discorso non avrebbe senso per Annalisa Chirico, a quanto pare, poiché stando al suo parere soccorrere persone che rischiano la vita in mare e permettere ai giovani – che tanto vengono chiamati in causa in questi giorni – di farsi una serata a ballare sarebbero situazioni sul medesimo piano.

«Ai giovani italiani viene proibito di ballare in discoteca»

Poveri i giovani italiani, dice la Chirico, ai quali «in estate, dopo Ferragosto, viene proibito di ballare in discoteca non si capisce perché. Non si capisce perché lì i contagi sarebbero più facili che altrove. Non si comprende neanche perché gli assembramenti si verifichino in discoteca e non, per esempio, al ristorante, in strada o quando ci riuniamo a ballare negli appartamenti e nelle ville». Come già detto e ridetto, le situazioni tirate in ballo dalla giornalista sono molto differenti tra loro. Le immagini arrivate dalle discoteche italiane – e non solo – prima di Ferragosto restituiscono situazioni in cui non era possibile garantire un distanziamento sociale che invece nei ristoranti può essere mantenuto. Per quanto riguarda appartamenti e ville, ballare rimane vietato a prescindere dal luogo. Lo sforzo richiesto agli italiani, giovani e non, è di rispettare il distanziamento dagli altri, dai contatti non abituali, questa estate. Cosa mai può avere a che fare questo con il soccorso in mare e, ancora, può mai essere messo sullo stesso piano?

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