I conti della Lega: fermare la Tav può costare 24 miliardi
29/01/2019 di Redazione
Movimento 5 Stelle e Lega sono sempre più distanti sulla Tav Torino-Lione. In attesa dell’esito definitivo dell’analisi costi-benefici sull’opera voluta dai pentastellati, da sempre contrari ai lavori, i risultati di uno studio commissionato dal partito di Matteo Salvini dicono sì alla nuova linea ferroviaria. Secondo il contro-dossier del Carroccio fermare la realizzazione della Tav potrebbe costare all’Italia ben 24 miliardi di euro tra costi diretti e indiretti.
Tav, l’analisi della Lega: il No alla Tav costerebbe fino a 24 miliardi
I numeri del documento della Lega sono il frutto del lavoro di alcuni docenti universitari. Si tratta dei professori della Bocconi Roberto Zucchetti e Lanfranco Senn e di Andrea Boitani della Cattolica di Milano. Per quanto riguarda i costi diretti vengono indicati 4,2 miliardi tra penali, sanzioni e ripristino degli scavi già effettuati. Per quanto concerne invece i costi indiretti, i danni per il Paese per la perdita dei ricavi e dei benefici socio-economici si arriva a 20,3 miliardi.
I numeri
Più nel dettaglio, i 20,3 miliardi di costi indiretti derivano da uno studio commissionato nel 2014 da Ltf, oggi diventata Telt, al Centro di Economia regionale, dei trasporti e del turismo dell’Università Bocconi. Questa stima tiene conto anche delle prospettiva di crescita degli scambi tra l’Italia e l’Ovest dell’Europa, superiori a 172 miliardi l’anno. Invece i costi diretti oscillano tra 2,9 e 4,2 miliardi a seconda delle voci considerate.
Nella peggiore tra le due ipotesi (valori massimi) vengono considerati: 904 milioni di costi per la realizzazione di studi, indagini, progetti e lavoti (quota Ue e Francia); 357 milioni di costi per la realizzazione di studi, indagini, progetti e lavori (quota Italia); 178 milioni di costi per l’eventuale messa in sicurezza delle gallerie realizzate; 100 milioni di costi di presidio delle forze dell’ordine nel periodo di messa in sicurezza delle gallerie; 69 milioni di costi di ripristino dei cantieri e siti di produzione industriale; 40 milioni di studi di Snef (Francia) e Rfi (Italia) sulle tratte nazionali; 105 milioni di costi del promotore pubblico; 675 milioni (valore minimo 135 milioni) per la rescissione dei contratti in corso per ingegneria e lavori; 81 milioni (valore minimo di 16 milioni) di penalità Ue sull’accordo di sovvenzione europea del 2015; 1.700 milioni (valore minimo di 1.400 milioni) di costi della realizzazione della seconda canna del Frejus storico in caso di non realizzazione del tunnel di base (inclusi i costi di committenza).
(Foto di copertina da archivio Ansa: cantiere della TAV Torino-Lione di Saint-Martin-La-Porte in Francia. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MARCO)