Questo video che sta circolando è del 2018 (il discorso non è direttamente legato alla revisione della Roe v. Wade)
La giornalista americana Anahit Misak Kasparian ha parlato di aborto e di pregiudizio religioso, ma le sue parole sono riferibili a un'altra circostanza
26/06/2022 di Redazione
Alcuni video sono così: vengono realizzati, vengono magari visualizzati una prima volta senza fare particolarmente rumore, tornano a essere virali quando le circostanze esterne lo richiedono, riuscendo così ad avere una doppia, una tripla vita (tra l’altro più performante, in termini di visualizzazioni, della prima). È successo, ad esempio, al video della giornalista americana Anahit Misak Kasparian, che ha realizzato questo discorso sull’aborto per il telegiornale di The Young Turks, un progetto online. Le sue parole risalgono al 2018, ma sul web c’è chi ha collegato il discorso che si può vedere in queste immagini alla revisione della sentenza Roe v. Wade che, di fatto, ha reso l’aborto illegale in diversi stati americani, suscitando un clamoroso scalpore per la privazione dei diritti delle donne in uno dei Paesi più moderni e avanzati al mondo.
This. All of this. Every word. #RoeVsWade pic.twitter.com/4UbDcjknLd
— Saint Hoax (@SaintHoax) June 24, 2022
Anahit Misak Kasparian e il suo video sull’aborto del 2018
La data del video è stato confermato indirettamente dalla stessa giornalista che, su Twitter, ha retwittato il commento di un suo follower in cui si spiegava: «La mia cara amica Anahit Misak Kasparian non è mai stata una che evita la verità e dice sempre ciò che è giusto. Quattro anni fa ha condiviso questa visione preveggente. Ed eccoci qui oggi a vivere questo circo infinito di pagliacci ubriachi di potere e che esercitano la politica». Ovviamente, le sue posizioni attuali – dopo la revisione della sentenza Roe v. Wade – sono del tutto simili a quanto spiegato nel video del 2018, ma è giusto – soprattutto per le persone che stanno condividendo il video – avere contezza del loro contesto originario, in modo da evitare che gli interlocutori spostino la loro attenzione, appunto, sul contesto e non sul messaggio.
Un messaggio che, tra le altre cose, evidenzia come «Ogni donna che si identifica nella tua religione ha tutti i diritti del mondo a non ricorrere all’aborto e alla contraccezione. Ma non hanno il diritto di dare ordini sulla mia vita e sul mio corpo. Non mi interessa la tua dannata religione. Sono così stanca di avere discussioni no-stop su quello che la Bibbia dice». Il video è tornato a essere virale anche nel 2021, quando in Polonia il tribunale costituzionale aveva dichiarato illegittimo l’aborto. Insomma, certe parole superano il tempo. Ciò che non verrà mai superato, invece, è questo voler ignorare i diritti delle donne.