Flo lancia la modalità anonima per problemi alla privacy

Flo, una delle app di monitoraggio del periodo più utilizzate, afferma che intende lanciare una nuova "modalità anonima"

25/06/2022 di Redazione

Flo, una delle app di monitoraggio del periodo più utilizzate, afferma che intende lanciare una nuova “modalità anonima” nel tentativo di affrontare i problemi di privacy sulla scia della decisione della Corte Suprema di ribaltare Roe v. Wade. È quanto ha riportato il sito engadget.com.

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“Presto lanceremo una modalità anonima che rimuove la tua identità personale dal tuo account Flo, in modo che nessuno possa identificarti”, ha affermato la società in una dichiarazione condivisa su Twitter. Non è chiaro come funzionerà o quando potrebbe essere lanciata. Abbiamo contattato Flo per maggiori dettagli sulla “modalità anonima”. Le app di monitoraggio del periodo sono state sottoposte a un controllo particolare da quando è trapelata il mese scorso una bozza di parere che ribaltava Roe v. Wade. I difensori della privacy e gli esperti legali hanno avvertito che i dati raccolti dalle app di monitoraggio del periodo, che sono spesso condivisi con altre entità, potrebbero essere utilizzati per alimentare le indagini sulle persone che cercano servizi per l’aborto. La notizia della decisione della Corte Suprema ha portato a rinnovare le richieste sui social media affinché le persone eliminassero le app di monitoraggio del periodo dai loro telefoni e rimuovessero i loro dati personali dai servizi. In particolare, la stessa Flo ha una storia disordinata quando si tratta di proteggere la privacy degli utenti. L’app è stata presa di mira nel 2019 dopo che il Wall Street Journal ha riferito che l’app stava condividendo le informazioni sensibili degli utenti, inclusi i dettagli sui loro cicli mestruali e se stavano cercando di rimanere incinta, con Facebook, Google e altre terze parti. La società ha raggiunto un accordo con la FTC nel 2021 per le accuse di aver fuorviato gli utenti su come sono stati gestiti i loro dati. Flo ha detto all’epoca che l’accordo “non era un’ammissione di alcun illecito”. La società ha dichiarato in un aggiornamento di maggio di aver “completato con successo” un audit sulla privacy indipendente che era un requisito dell’accordo.

[CREDIT PHOTO: ITALY PHOTO PRESS]

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