Con la delega a Mantovano sulla cybersicurezza, Fratelli d’Italia si prende tutti i dossier sul digitale

Il passo precedente era stata la nomina di Alessio Butti a sottosegretario con delega all'Innovazione

05/11/2022 di Redazione

Dalle infrastrutture digitali del Paese, sino alla sicurezza digitale di queste ultime. Fratelli d’Italia si prende, di fatto, la fetta più importante degli spazi in cui viene diviso un Paese. Da un decennio abbondante, ormai, terra, mare e cielo non sono più le uniche aree di giurisdizione di uno stato: c’è anche quella cyber, quella della vasta nazione digitale, potenzialmente senza confini e con spazi ancora tanto ampi di intervento normativo. Lo diciamo all’indomani della decisione, presa dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di affidare al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano – uno dei fedelissimi della leader di Fratelli d’Italia – la delega ai servizi segreti e, di conseguenza, quella alla cybersicurezza. L’accentramento delle due funzioni aveva già un precedente nella gestione di Gabrielli durante il governo Draghi, dunque la scelta della Meloni avviene nel solco della continuità.

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Alfredo Mantovano e la cybersicurezza

La differenza con il precedente esecutivo sta nel fatto che sia Franco Gabrielli – sottosegretario con delega ai servizi e alla cybersicurezza -, sia Vittorio Colao (ministro della Transizione digitale) erano due tecnici che, ciascuno per le proprie competenze, si impegnavano a presidiare lo spazio digitale e l’avanzamento tecnologico del Paese, compreso quello riguardanti le difese informatiche. Adesso questi due ruoli sono appannaggio di Fratelli d’Italia: sia Alfredo Mantovano, sia Alessio Butti – nominato recentemente sottosegretario con delega all’innovazione digitale – sono esponenti del partito del capo di governo.

Mantovano dovrà gestire i dossier, tra le altre cose, che verranno passati dal numero uno dell’Agenzia Nazionale della Cybersicurezza Roberto Baldoni – istituita proprio nel corso dell’ultimo esecutivo – una delle strutture istituzionali su cui c’è maggiormente da lavorare, sia per la sua recente creazione (e, quindi, per la grande quantità di personale e di competenze di cui necessita all’inizio del suo percorso), sia per il pericolo cyber che – come rilevano tutte le statistiche più importanti – è il rischio preminente per quanto riguarda la pubblica sicurezza.

In passato, sul concetto di sicurezza, Mantovano aveva espresso delle perplessità relativamente al fatto che questa potesse essere esclusivamente in capo alle forze dell’ordine, mettendo in risalto il ruolo anche delle agenzie private, come parte dell’ingranaggio che va a comporre la tutela dell’ordine pubblico nel Paese. Se questo approccio verrà utilizzato anche in chiave cyber, il sottosegretario potrebbe in qualche modo favorire quella possibilità, pur auspicata dal suo predecessore Gabrielli, che istituzioni pubbliche e aziende private possano lavorare fianco a fianco nel settore della sicurezza informatica.

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