Anche Alessandro Borghese si espone sul caso Bibbiano
01/08/2019 di Enzo Boldi
Dopo Laura Pausini e Filippo Neviani, in arte Nek, Rita Dalla Chiesa, Fiorella Mannoia e Ornella Vanoni anche un altro personaggio famoso si schiera chiedendo giustizia e verità per i bambini di Bibbiano. Si tratta di Alessandro Borghese, il famoso chef protagonista di programmi di successo come ‘Quattro Ristoranti’ e ‘Cuochi d’Italia’. Un post, una foto accompagnata da un grido: «Never again!». Il tutto rilanciando il link alla petizione online del Moige (Movimento italiano genitori) che ha avviato una raccolta fondi online per chiedere di fare luce su vicende analoghe di affidamenti illeciti sparse su tutto il territorio italiano.
«Never again!» è il grido social rilanciato da Alessandro Borghese. Nel frattempo proseguono le indagini sul caso Bibbiano (e gli altri comuni della Val d’Enza) con riverberi che potrebbero scoperchiare vicende simili anche al di fuori dell’Emilia Romagna. La petizione online del Moige, rilanciata nel suo post Instagram dallo chef nato a San Francisco ma cresciuto a Roma, fa sponda sulla decisione del Tribunale dei Minori di Bologna ha deciso di riaprire e riesaminare ben 70 fascicoli su casi che potrebbero riportare ad affidamenti illeciti.
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Never again! #MAIPIUBIBBIANO @moige_onlus http://www.moige.it/maipiubibbiano
Alessandro Borghese su Bibbiano: «Never again!»
«Il rapporto mamma-figlio-papà va tutelato, protetto e salvaguardato con il massimo rigore e per questo chiediamo a gran voce al Parlamento italiano una riforma delle norme che regolano gli affidi dei minori, prevedendo, modalità chiare e stringenti unite a severe verifiche delle professionalità e dei potenziali conflitti di interesse», si legge nel testo diffuso dal Moige sul caso Bibbiano.
La commissione d’inchiesta sugli affidamenti illeciti
La onlus dei Genitori Italiani chiede, dunque, l’attivazione di quella Commissione parlamentare per indagare sul caso degli affidamenti illeciti. Inoltre, si chiede alla politica di adottare leggi più stringenti affinché eventi come quelli denunciati a Bibbiano e nella Val d’Enza non si ripetano più, mettendo un vincolo alle libertà concesse ai servizi sociali. O, almeno, affinché le Procure agiscano per tempo.
(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO ONORATI)