Alessandro Barbero dice che abbattere le statue è «persino razzista»
19/06/2020 di Redazione
Una presa di posizione che farà molto discutere. Lo storico Alessandro Barbero, specializzato in storia del Medioevo e in storia militare, nonché divulgatore scientifico grazie ai suoi tanti programmi televisivi oltre che – nell’ultimo periodo – protagonista inconsapevole di tanti podcast che riprendono le sue lezioni e le sue conferenze, ha detto la sua in merito a un singolo aspetto delle proteste del Black Lives Matter, ovvero l’abbattimento delle statue.
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Barbero sulle statue, secondo lui è una forma di razzismo abbatterle
Intervistato dal Fatto Quotidiano, infatti, Alessandro Barbero ha espresso la propria contrarietà a quella che sta diventando sempre più una prassi: «Si tratta di una battaglia a vuoto, assurda. Addirittura si potrebbe parlare di una forma di razzismo. Perché abbattere le statue tradisce il vizio tutto occidentale di voler usare le tracce del passato per parlare dell’oggi».
Secondo Barbero l’abbattimento delle statue implica il fatto di pensare che noi, che stiamo vivendo nel presente, siamo migliori degli altri che hanno eretto questi monumenti nel passato, oltre che di quelli che magari sono stati protagonisti di questi movimenti. Lo storico ha affrontato tutte le questioni più spinose relative alle statue in Italia, dalla polemica su Indro Montanelli, fino ad arrivare alla realizzazione di un vero e proprio mausoleo ad Affile per un gerarca del fascismo (nel suo paese natale).
Per Barbero, in particolare, quest’ultima iniziativa sarebbe molto simile a quella messa in piedi in Georgia, a Gori, il paese natale di Stalin. Si tratta dell’unica statua del dittatore comunista in tutti i Paesi dell’ex Unione Sovietica. Barbero, quindi, invita a non prendersela con le statue.
Barbero sulle statue, le critiche per la sua intervista
Ma le sue parole hanno diviso la rete. Come detto, grazie ai podcast, Alessandro Barbero si è trasformato in una sorta di ‘docente di tutti’, che attraverso i suoi aneddoti e la sua esposizione sempre molto chiara e lineare accompagna diverse generazioni nello studio della storia, dai suoi episodi più noti fino a quei momenti più quotidiani. Va da sé che il suo pubblico sia trasversale. La sua posizione sulle statue, tuttavia, sembra aver creato una qualche frattura.
Sono in tanti ad affermare di non potersi mai aspettare una posizione del genere dello storico rispetto alle rivendicazioni antirazziste del movimento Black Lives Matter. Molto criticate, in modo particolare, le sue posizioni su Marco Aurelio (con una ricostruzione per assurdo, Barbero afferma che allora dovremmo buttare nel Tevere anche la sua statua), così come la posizione, ritenuta troppo superficiale, sulle statue di Hitler che non sarebbe giusto esporre in luoghi pubblici e che, infatti, non compaiono in Europa.