Alessandro Barbero divulga il suo pensiero sulle Sardine: «Sono un’increspatura della storia»

Alessandro Barbero come Alberto Angela: la sua divulgazione storica piace tanto da arrivare a 400mila visualizzazioni ai suoi video caricati su Youtube da altre persone. Tanta fama sui social – nonostante non abbia profili propri – e le idee ben chiare sulla situazione politica del paese della sua Torino, città dove è nato sessant’anni fa. Premio Strega, scrittore e docente specializzato in storia del Medioevo e storia militare. Alessandro Barbero si è espresso in merito al fenomeno delle Sardine, definendo il gruppo come «un’increspatura della storia».

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Per Alessandro Barbero non c’è un partito che rappresenti le classi sociali

Un partito che rappresenti i reali interessi delle classi sociali non esiste. Questa l’opinione espressa da Alessandro Barbero in un’intervista al Corriere della Sera in cui ha affermato che attualmente «ci si divide su immigrazione, fascismo, razzismo, ma il pensiero unico è su quale società vogliamo. Nessuno crea una vera alternativa: tutti sono in adorazione di imprese, Pil e sviluppo». La differenza rispetto al passato la vede e la sente, lo studioso, sia rispetto alla città di Torino in ambito nazionale. Oggi vige il «pensiero unico» rispetto a un passato in cui, invece, «c’erano ideologie diverse da difendere: più stato e più tasse oppure più libertà, un governo autoritario che difendesse la proprietà privata o uno più aperto che guardasse al sociale».

«Tutto è complicato dal tema immigrazione»

«Non sono operai o insegnanti, ma solo immigrati. E anche se ci sembra che le classi non esistano più, le disuguaglianze ci sono ancora». A complicare la situazione politica del paese c’è il grande tema, quello di cui tutti parlano e sul quale alcuni partiti basano interi programmi elettorali. E la gente, nel mentre, «si sente orfana di democrazia». In tutto questo discorso trovano posto anche le Sardine, definite come un’«increspatura nella storia» dallo storico. Secondo Barbero «si va troppo in fretta a dare importanza a queste cose. Il movimento esisteva da qualche settimana e già ci si chiedeva quale fosse il loro programma». Diamo tempo al tempo, quindi, considerato che a dirlo è proprio uno storico.

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