Alessandra Mussolini: «Il paese con le pezze al c*lo, parlare del 25 aprile è una provocazione»
22/04/2020 di Gianmichele Laino
Verrebbe da chiedersi dove stia la provocazione. Già, perché Alessandra Mussolini ha dichiarato che parlare del 25 aprile in questo momento sia quasi una provocazione per l’Italia. In realtà, però, sono le sue parole ad essere piuttosto controverse, soprattutto se accettiamo di far parte di una dialettica politica all’interno della quale riconosciamo che la festa del 25 aprile rappresenti uno spartiacque fondamentale per la storia della nostra Repubblica. Invece, un po’ a causa dell’emergenza coronavirus, un po’ in un momento in cui la destra italiana non ha più timori nell’esprimere alcune idee restate a covare per decenni, Alessandra Mussolini attacca ancora sulla festa della Liberazione.
LEGGI ANCHE > Alessandra Mussolini propone il reato di ducefobia
Alessandra Mussolini e il 25 aprile che in questo momento è una provocazione
«Il paese sta con le pezze al culo e ancora parliamo del 25 aprile, mi sembra veramente l’ultimo dei problemi, mi sembra addirittura una provocazione – ha affermato Alessandra Mussolini, intervistata dall’agenzia di stampa Adnkronos -. Ci sono altre priorità: il lavoro, la ripartenza, il 25 passa in cavalleria, dobbiamo andare avanti, anche perché il problema della gente è arrivare a fine mese».
Secondo l’ex eurodeputata di Forza Italia, parlare in questo momento di 25 aprile potrebbe continuare a essere divisivo, mentre invece trova molto più sensato avviare una condivisione sulla data del Primo Maggio che, in quanto giorno dei lavoratori, in questo momento rappresenta al meglio le esigenze degli italiani che, magari, questo stesso lavoro lo hanno perso a causa del coronavirus. Nell’affermare quest’ultimo aspetto, Alessandra Mussolini lancia una frecciata alle sardine che, secondo lei, non sono riuscite ad evolversi: «Sono patetici, dicono queste cose, si attaccano al 25 aprile, mentre bisogna pensare al lavoro, al primo maggio. Altro che fascismo, qua c’è la povertà vera».