Instagram e Facebook vogliono I nostri dati per addestrare l’AI di Meta

Per investire con serietà nel settore dell'intelligenza artificiale, Meta sta cercando di recuperare dei dati in maniera compliant rispetto all'AI Act. Ma ci sono delle sfumature che non convincono pienamente

24/05/2024 di Gianmichele Laino

Da tempo si parla di un’intelligenza artificiale di Meta. Anzi, a un certo punto c’è stato un bivio per l’azienda di Mark Zuckerberg: decidere di investire tantissimo nel metaverso e decidere di procedere con l’intelligenza artificiale. È dal 2013 che Zuckerberg sta provando a ragionare su modelli interni di AI, ma la recente spinta data nel 2023 da ChatGPT e dalla sua casa madre OpenAI lo ha convinto a procedere con più convinzione. E – visto che i mezzi ci sono – l’AI di Meta (che provvisoriamente ha il nome di Llama 2) è un progetto a cui si sta lavorando in maniera capillare. Tanto che gli utenti, anche in Italia, sono stati raggiunti da un avviso rispetto al possibile utilizzo dei loro dati personali condivisi sui social network di Menlo Park. L’avviso non è di quelli particolarmente rassicuranti e il solo fatto di averlo emesso non lo rende automaticamente compatibile con il regolamento europeo, l’AI Act, che punta a normare l’intelligenza artificiale.

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AI di Meta, l’avviso agli utenti per l’addestramento dello strumento attraverso i dati personali

«Siamo pronti a espandere le nostre IA nelle esperienze di Meta alla tua area geografica. L’IA di Meta è la nostra raccolta di funzioni ed esperienze di IA generativa, come Meta AI e Strumenti creativi IA, oltre ai modelli che ne consentono il funzionamento». L’inizio della comunicazione è abbastanza criptico, ma in sostanza sembra avvisare gli utenti italiani di una novità rispetto all’allargamento dell’intelligenza artificiale proprietaria anche nell’area geografica di riferimento, tutelata – ormai – dall’AI Act.

Dunque, Meta passa all’avviso vero e proprio: «Per consentirti di vivere queste esperienze, da adesso in poi ci affideremo alla base giuridica denominata interesse legittimo per l’uso delle tue informazioni al fine di sviluppare e migliorare l’IA di Meta. Ciò implica che godi del right to object al trattamento delle tue informazioni per tali finalità. In caso di accoglimento dell’opposizione, il trattamento sarà limitato di conseguenza. Stiamo apportando degli aggiornamenti alla nostra informativa sulla privacy per riflettere queste modifiche. Gli aggiornamenti entreranno in vigore il giorno 26 giugno 2024».

Quindi, ci sarà una data limite, il 26 giugno 2024 appunto. Da quel momento in poi, se abbiamo ben compreso, partirà l’attività di analisi e monitoraggio dei dati sulle persone e sugli utenti che non hanno negato il loro consenso al trattamento. Due dubbi su questo avviso. Innanzitutto, il messaggio sembra davvero essere un calco linguistico, effettuato attraverso una semplice traduzione non ottimizzata. Il tutto crea un effetto fumoso e non particolarmente chiarificatore sul senso dell’annuncio per gli utenti italiani che si sono ritrovati la notifica sul proprio profilo Instagram o Facebook. Il secondo dubbio è sicuramente quello legato all’azione di analisi dati: l’opzione di default di Instagram e di Facebook sarà quella di trattare i dati degli utenti; solo in presenza di una dichiarazione – che dovrà essere inserita in un apposito modulo – l’utente potrà negare il proprio consenso. Tra l’altro, l’annuncio lascia spazio anche a una possibile verifica, da parte di Meta, delle motivazioni che spingono l’utente a non prestare il proprio consenso, conservando un margine di discrezionalità per poter accedere lo stesso ai suoi dati. Sarà compliant con l’AI Act?

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