L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha presentato delle proposte per la tutela dei diritti dei minori nell’ambiente digitale
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA) Carla Garlatti ha scritto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per segnalare cinque questioni da affrontare con urgenza per garantire la tutela dei diritti di bambini e degli adolescenti e si è concentrata anche sul tema dei diritti dei minori nell’ambiente digitale
09/11/2022 di Redazione
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA) Carla Garlatti ha scritto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per segnalare cinque questioni da affrontare con urgenza per garantire la tutela dei diritti di bambini e degli adolescenti. Oltre al contrasto della povertà minorile, della dispersione scolastica e alla tutela della salute mentale dei minorenni, Garlatti si è concentrata anche sul tema dei diritti dei minori nell’ambiente digitale.
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Le proposte dell’AGIA sul tema dei diritti dei minori nell’ambiente digitale
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, insieme a AGCOM, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e al Garante per la protezione dei dati personali ha proposto al Ministero della giustizia di adottare una serie di norme e misure per la tutela dei minorenni online e tre di queste sono riprese anche nella nota inviata alla Presidente Meloni.
Per esempio, per la verifica dell’età dei minorenni che accedono per la prima volta ai social network è stata chiesta l’introduzione di un nuovo sistema basato sulla certificazione dell’identità da parte di terzi, come accade per esempio per lo SPID. È stata rinnovata la proposta di innalzare a 16 anni l’età minima per acconsentire al trattamento dei dati personali da parte dei fornitori di servizi online. «Per i baby influencer ho sollecitato l’adozione di una disciplina che preveda la verifica dei profitti generati online dai minori e il diritto all’oblio per i contenuti pubblicati su richiesta diretta dei ragazzi, una volta compiuti 14 anni», ha detto Garlatti. L’Autorità ha chiesto anche di estendere le tutele già previste per i minorenni che lavorano nello spettacolo e nella pubblicità ai cosiddetti baby influencer. Infine, per i casi di sharenting è stata sollecitata l’applicabilità delle disposizioni in materia di cyberbullismo, che consentono ai minorenni di chiedere la rimozione dei contenuti.