Airbnb guarda avanti e punta sugli affitti fino a un anno

L'annuncio dell'amministratore delegato dell'azienda, con l'app che sarà aggiornata a breve inserendo anche altri servizi legati al "quotidiano" e ai viaggi

06/10/2023 di Enzo Boldi

Dove eravamo rimasti? All’inizio di giugno, mentre anche in altri Paesi del mondo si era sollevata la questione di una regolamentazione degli affitti brevi attraverso le piattaforme digitali, in Italia sorgeva la polemica “provocata” dalla bozza di un disegno di legge – proposto dalla Ministra del Turismo Daniela Santanchè – che andava a toccare il concetto di “minimum stay”. L’estate, poi, è trascorsa e a settembre questa bolla è nuovamente scoppiata. A New York è arrivata una stretta, in Portogallo stanno ragionando (da mesi) su una regolamentazione ancor più stringente. E mentre in Italia si prosegue nelle discussioni e interlocuzioni sul ddl proposto dal governo e mentre Firenze ha dato il via libera a una stretta sui nuovi affitti brevi in centro città (in termini di registrazione), ecco il colpo di scena (neanche troppo inaspettato): Airbnb, attraverso le parole del suo amministratore delegato, ha deciso di puntare sugli affitti a lungo periodo. Fino a un anno.

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A sparigliare le carte è stato Brian Chesky, il capo di Airbnb. In un’intervista rilasciata al Financial Times, l’amministratore delegato dell’azienda ha annunciato i piani futuri e futuribili di quell’applicazione che da anni si è inserita nel novero delle soluzioni digitali maggiormente utilizzati dai viaggiatori e turisti di tutto il mondo. E non si parla solamente di soluzioni di alloggio a lungo termine, ma anche di altre tipologie di servizi legati ai viaggi e agli spostamenti. Viste, però, le polemiche sparse in lungo e largo, è inevitabile che l’attenzione mediatica si stia rivolgendo alla soluzione degli affitti fino a un anno che renderanno, di fatto, la piattaforma una sorta di agenzia immobiliare 3.0.

Affitti a lungo periodo Airbnb, la mossa dell’azienda

Le considerazioni di Chesky partono da un assunto: i lasciti della pandemia Covid. Quel che è successo in tutto il mondo a partire dall’inizio del 2020 ha sicuramente lasciato degli strascichi anche per quel che riguarda il rapporto dei singoli cittadini con i viaggi e tutto ciò che vi è annesso e connesso. Proprio per questo motivo, stando alle sue parole, l’obiettivo di puntare (anche) sugli affitti a lungo periodo Airbnb sembra essere un sistema utile a “correggere” il core business in vista di normative sempre più stringenti a livello globale e capillare:

«In questo mondo post-pandemia c’è un settore di mercato non riconosciuto. Affitti di un mese, due mesi, tre mesi. Oggi le persone possono lavorare da laptop, le persone vanno via per l’estate intera». 

Viene tirato in ballo, di fatto, anche lo smartworking con le persone che, secondo l’amministratore delegato di Airbnb, decidono di partire per località vacanziere (magari di estate), lavorando da remoto.

L’alternativa a leggi stringenti?

Oltre alla volontà di entrare a far parte – ancor di più – del quotidiano delle persone, appare evidente come questa iniziativa rappresenti un’enorme diversificazione del mercato, andando a coprire una fetta che – di fatto – spesso si ritrova all’interno di un alveo poco battuto da altre realtà imprenditoriali (e fisiche). Gli affitti a lungo termine (o a lungo periodo), di fatto, si incrociano in una dinamica di agenzia immobiliare (che hanno un ruolo di intermediazione) che, per legge, sostanzialmente propone soluzioni contrattualistiche più complesse (il 2+2, il 4+4, la cedolare secca). Dunque, c’è un vuoto che potrebbe essere colmato da questa mossa strategica. Attraverso una app e un sistema già consolidato.

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