La provocazione di Renzi: «Mettiamo Maria De Filippi a decidere se la relazione è stabile?»

28/04/2020 di Enzo Boldi

Il bastone senza carota. Matteo Renzi, in questi 50 giorni di lockdown, non ha mai nascosto le sue perplessità (per usare un eufemismo) sulle decisioni prese dal governo – di cui fa parte con Italia Viva con due ministri, Bellanova e Bonetti, e un sottosegretario, Scalfarotto – per gestire l’emergenza. La sua presa di posizione sulle tempistiche delle riaperture è ben nota, ma oggi – con un’intervista a tutto campo su La Repubblica – si segna l’affondo più profondo. E ironizza anche sul concetto di «affetti stabili» che, nel giro di 24 ore, ha superato quello di «congiunti».

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«La libertà e il valore più grande: non siamo uno stato etico dove i vigili chiedono se la persona che stai per vedere è una fidanzata stabile o saltuaria – ha dichiarato il leader di Italia Viva a La Repubblica -. Ma saranno fatti tuoi? Qui siamo alla follia! Mettiamo Maria De Filippi a decidere se la relazione è stabile? Sta passando una visione paternalistica tipica di chi mantiene il consenso con una diretta Facebook a settimana, mettendo il naso nella vita della gente e producendo autocertificazioni».

Affetti stabili e dove trovali, l’ironia di Matteo Renzi

I problemi interpretativi – per scarsa chiarezza – all’interno dell’ultimo dpcm del 26 aprile, in effetti, sono abbondanti e se prima il problema era quel termine «congiunti» anche il suo sostitutivo «affetti stabili» non poteva che generare confusione e ironia. Alla fine, dopo quasi 24 ore, è arrivata la risposta del governo che ha parlato, ufficialmente, anche di fidanzati e rapporti duraturi nel tempo (ma non relativi alla semplice amicizia). Al netto di questa tematica, che ormai è destinata a esaurirsi), Matteo Renzi lancia gravi accuse al (suo) governo.

«Il governo che calpesta la Costituzione»

«Non possiamo calpestare i diritti costituzionali con un dpcm. Trasformiamo il testo in un decreto e portiamolo in Parlamento – spiega Matteo Renzi -. Il testo è un errore politico, economico e costituzionale». Secondo il leader di Italia Viva, è stato lasciato decidere a un comitato tecnico-scientifico il da farsi, sottolineando come un medico possa solamente dirti che c’è un virus, ma le decisioni debbano essere politiche. E da qui anche la critica sulle riaperture non scaglionate in Regioni vicine alla soglia del contagio zero. Poi la chiosa finale: «La libertà non vale meno della salute».

(foto di copertina: da Fatti e Misfatti, TgCom24)

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