Mario Adinolfi spiega che il Popolo della Famiglia voterà no al referendum sul taglio dei parlamentari

Si smarca da Salvini, Berlusconi e Meloni

21/08/2020 di Enzo Boldi

Dopo aver sostenuto alcune delle battaglie della Lega e di Fratelli d’Italia, Mario Adinolfi ha deciso si smarcarsi dal centrodestra in vista del referendum popolare confermativo in programma il 20 e il 21 settembre. Il leader del Popolo della Famiglia, infatti, ha annunciato il suo voto contrario nei confronti di un provvedimento di stampo populista che serve solo a solleticare una parte dell’elettorato anti-casta. Adinolfi su taglio parlamentari annuncia il voto contrario.

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«Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sono schierati per il sì al referendum, sposano la linea di Di Maio e Zingaretti, decidono di mantenere in vita il governo Conte, appoggiano la sbagliatissima riforma totem dei pentastellati – afferma Mario Adinolfi su taglio parlamentari -. È un tragico errore politico che denota mancanza di coraggio, scarsa lungimiranza, limiti nella leadership. Votano sì senza convinzione e sono certo che la maggioranza dell’elettorato di centrodestra non li seguirà, così come chi a sinistra ha scelto di non spegnere il cervello e voterà no in barba a Zingaretti ricordando di aver votato tre volte no in Parlamento sulla riforma».

Adinolfi su taglio parlamentari: Il Popolo della Famiglia vota no

Insomma, da una parte critica i leader dei tre partiti di Centrodestra – Meloni, Salvini e Berlusconi – per i loro annunci a favore del sì al taglio dei parlamentari; dall’altro ricorda l’incoerenza del Pd – di cui abbiamo parlato anche ieri con un articolo sul cambio d’idee del deputato Stefano Ceccanti – che quando era all’opposizione votò contro la proposta del Movimento 5 Stelle, ma ora ha annunciato il proprio voto a favore a un mese esatto dalla data del Referendum.

I motivi del no

Mario Adinolfi spiega i motivi che hanno spinto Il Popolo della Famiglia a votare no il 20 e il 21 settembre: «Chi vuole tagliare i deputati a 400 li taglierebbe a 200, a 100, è animato da un odio verso la democrazia rappresentativa. Assecondarlo è un errore madornale».

(foto di copertina: da profilo Twitter di Mario Adinolfi)

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