Storia di come il Pd abbia ‘cambiato idea’ sul taglio dei parlamentari | VIDEO

Il riassunto nelle parole di Stefano Ceccanti: dall'accusa di mossa populista, al ‘è giusto ridurli’

20/08/2020 di Enzo Boldi

La coerenza e la politica viaggiano su due binari paralleli, che non si incontrano mai. Uno dei casi più evidenti è il voltafaccia del Partito Democratico sul taglio dei parlamentari (con il referendum costituzionale che sarà votato dai cittadini domenica 20 e lunedì 21 settembre): dapprima era stato definito una mossa populista, ora – invece – si è trasformato in un provvedimento giusto. Il riassunto di tutta questa vicenda arriva dal confronto tra le parole del deputato dem Stefano Ceccanti nel maggio del 2019 e quelle pronunciate dallo stesso parlamentare del Pd in una recente intervista a La Repubblica.

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Passa il tempo, cambia la gente. E così sui social è riemerso un vecchio (ma neanche troppo) intervento nell’Aula di Montecitorio di Stefano Ceccanti. Era il 19 maggio dello scorso anno, quando al governo c’erano ancora Movimento 5 Stelle e Lega.

Stefano Ceccanti e il no al taglio dei parlamentari. Anzi, sì

«Questo è solo uno spot elettorale – diceva il 19 maggio 2019 Stefano Ceccanti a Montecitorio -. Un taglio casuale numerico. Ve lo abbiamo spiegato più volte cosa significhi avere un Senato eletto a base regionale con 200 persone. Quali soglie implicite si determinino. Quali effetti si determino sui regolamenti parlamentari, sui numeri, sulla composizione dei gruppi, sulla composizione delle commissioni. Non vi è interessato questo, perché c’è solo lo spot elettorale da fare. La politica non è solo testimonianza, ma anche assunzione di responsabilità. E a volte anche impopolare. Bisogna saper spiegare agli elettori delle scelte impopolari, come lo è votare contro il taglio dei parlamentari». E giù applausi da tutto il settore del Partito Democratico.

Il cambio di passo

Al netto dei giudizi sul taglio dei parlamentari, si trattava di un discorso molto coerente. Poi cos’è successo? Per rispondere a questa domanda basta leggere l’intervista rilasciata mercoledì dallo stesso Stefano Ceccanti a La Repubblica: «Il Parlamento non ha più l’esclusività del potere normativo. Con la riduzione di deputati e senatori ci saranno solo vantaggi, una maggiore razionalizzazione e un sistema più funzionale». E una serie di altre risposte per motivare il sì al taglio dei parlamentari.

Per carità, sappiamo bene (lo viviamo quotidianamente sulla nostra pelle) che la politica non è una cosa seria (o, comunque, le parole pronunciate sono meno serie rispetto allo scorrere del tempo). Ma la memoria storica non dimentica come una medaglia possa presentare due facce: una opposta all’altra. Come la politica.

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