Cosa fare se sei stato vittima di un addebito di basso importo attraverso PostePay

Sul sito di Poste Italiane ci sono degli avvisi sui comportamenti da tenere nel caso di truffa di questo tipo

05/11/2021 di Redazione

Hai controllato la tua app di Poste e ti sei reso conto che, attraverso PostePay, è stato sottratto alla tua prepagata un importo intorno ai 4 euro (o anche per una cifra inferiore)? Questi addebiti non autorizzati sono stati ripetuti più volte? Il tutto, ovviamente, reso più complesso dal fatto che – magari – non c’è stata alcuna azione personale, alcun acquisto, alcun bene scambiato. Da qualche settimana si stanno registrando degli addebiti anomali alla PostePay da diversi siti di e-commerce o da diversi store di app, in modo particolare dal Play Store dei sistemi operativi Android. Cosa succede? Gli autori di queste vere e proprie truffe informatiche sottraggono piccoli importi al titolare della PostePay, nella speranza che quest’ultimo non se ne accorga.

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Addebiti non autorizzati PostePay, cosa c’è da fare

Il sito di PostePay ha riconosciuto effettivamente questa prassi e ha messo sul chi va là i propri utenti:

«Si sta verificando – si legge in un annuncio ben visibile in testa al sito di PostePay – un incremento anomalo delle frodi relative a pagamenti di basso importo su siti e-commerce che coinvolgono le carte dei principali operatori tra cui PostePay. Le attività di monitoraggio continuo e prevenzione svolte da PostePay hanno evidenziato la concentrazione di tali frodi su esercenti che operano fuori dall’Europa e non adottano lo standard di autenticazione previsto dalla normativa europea sui sistemi di pagamento (“PSD2”). La condotta di tali esercenti ha impedito ed impedisce a PostePay, indipendentemente dalla sua volontà, di applicare, come efficaci e riconosciute misure di contrasto, le modalità di “autenticazione forte” per la verifica dell’identità di chi richiede l’operazione, normalmente applicate. Pertanto, al fine di assicurare la massima tutela dei nostri clienti e prevenire e contrastare le frodi, è stato necessario inibire l’operatività sugli esercenti non europei che non adottano gli standard di sicurezza PSD2».

Proprio perché PostePay ha riconosciuto questo problema, offre anche delle indicazioni su come fare per ovviare alla truffa, una volta che ci si è resi conto dell’ammanco di denaro. Il modulo di contestazione – che normalmente si compila in caso di truffe informatiche – è disponibile sia all’interno degli uffici postali, sia online (e si può scaricare direttamente dal sito internet di Poste Italiane). Si tratta di un documento molto corposo, di otto pagine, che – oltre all’anagrafica dell’utente – prevede di inserire anche un prospetto delle transazioni sospette segnalate. Oltre al modulo di contestazione, bisogna allegare una serie di documenti (quello di riconoscimento, ma anche la denuncia relativa alle transazioni non riconosciute).

Per segnalare questi addebiti anomali, inoltre, può essere utile – allorquando questi sottolineino delle presunte transazioni su Google Play Store – consultare anche il supporto del Play Store, che indica come – entro 120 giorni – si possa compilare un modulo per effettuare l’apposita segnalazione. Il suo percorso può essere monitorato attraverso la pagina dove è possibile inserire l’ID del reclamo ricevuto via mail al momento della segnalazione stessa.

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