Le assurde accuse di fascismo ad Achille Lauro per il brano sanremese ‘Me ne frego’
07/01/2020 di Enzo Boldi
Le sterili e inutili polemiche pre-concettuali su Tolo Tolo sembrano non aver insegnato nulla. Checco Zalone, per il brano con cui ha lanciato il suo ultimo film, era stato tacciato di razzismo. Un’accusa a priori che, guardando il film (uscito nelle sale il 1° gennaio) è stata rispedita ai mittenti. Ora, non sazi di quella lezione, ecco che il web si è scagliato, anche questa volta prima di ascoltare la realtà fattuale delle cose, contro Achille Lauro per il suo brano sanremese. Il motivo? Il titolo ‘Me ne frego’ è stato (in passato) un motto di Benito Mussolini.
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L’annuncio del titolo del brano che il cantante romano porterà sul palco dell’Ariston a partire dal 4 febbraio 2020, è arrivato durante la puntata speciale de ‘I soliti ignoti’, in onda il 6 gennaio su Rai1. A condurre la serata il direttore artistico di Sanremo, Amadeus, che ha ufficializzato i 24 partecipanti alla Festival della Canzone italiana. La presenza di Achille Lauro in gara era stata già anticipata nei giorni scorsi, ma ieri sera è stato dato il titolo del suo brano sanremese.
Le polemiche per il brano di Achille Lauro a Sanremo 2020
E quando Amadeus ha parlato di ‘Me ne frego’, ecco che sui social è partita l’assurda accusa di fascismo nei confronti del cantante romano, già sul palco del Festival lo scorso anno con ‘Rolls Royce’ (altro brano finito nelle polemiche perché, secondo alcuni, farebbe riferimento all’uso di sostanze stupefacenti, in particolare da Matteo Salvini). Si tratta, come spesso capita in Italia (e non solo) di prese di posizioni a priori. Il testo di questa canzone, infatti, non è stato reso noto e non lo sarà prima del via di Sanremo 2020 (il 4 febbraio prossimo).
‘Me ne frego’, un motto fascista?
Il titolo ‘Me ne frego’ ricalca alcune dichiarazioni pubbliche rilasciate da Benito Mussolini tra il 1904 e il 1927 e sono entrare a far parte del vocabolario fascista del ventennio. Certo. Ma si tratta anche di un modo di dire molto comune, in special modo tra i giovani che non sanno neanche dell’esistenza di quei motti riferiti a quell’epoca storica. Criticare una canzone a priori (senza neanche conoscere il titolo), ricorda le prese di posizione contro Checco Zalone alla vigilia dell’uscita nelle sale di Tolo Tolo. Impariamo ad aspettare e ascoltare. Poi si potrà giudicare. Di certo non si può criticare a priori.
(foto di copertina: da profilo Instagram di Achille Lauro)