Google e Mastercard avrebbero un accordo per tracciare i tuoi acquisti offline con carta di credito

Se confermato, potrebbe essere un nuovo grande scandalo sull’acquisizione di dati sensibili di utenti inconsapevoli. Secondo Bloomberg, che ha fatto un’inchiesta sul tema, ci sarebbe un accodo Google-Mastercard per tracciare sostanzialmente gli acquisti offline dei clienti e capire, così, se c’è stata esatta corrispondenza tra gli annunci pubblicitari indirizzati dal motore di ricerca e l’effettivo acquisto di una merce.

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Accordo Google-Mastercard, la rivelazione di Bloomberg

L’accordo non sarebbe stato comunicato agli utenti. Bloomberg ha parlato con quattro persone a conoscenza dell’accordo, tre delle quali sarebbero state direttamente coinvolte in questa trattativa. Google, sostanzialmente, avrebbe pagato un pacchetto di transazioni con Mastercard e avrebbe incrociato, attraverso i dati a sua disposizione, queste ultime con la navigazione sul motore di ricerca e i suoi annunci pubblicitari. Questo allo scopo di tracciare un profilo dell’utente non solo online, ma anche offline. Un grande fratello a 360°.

Accordo Google-Mastercard, quali sono i vantaggi

L’alleanza avrebbe dato a Google, infatti, un vantaggio senza precedenti per misurare la spesa al dettaglio, superando di fatto la concorrenza dei principali competitors come Amazon. L’acqusito del pacchetto di dati, secondo le fonti interpellate da Bloomberg, sarebbe avvenuto per un prezzo di «diversi milioni di dollari». Nell’ambito dell’inchiesta giornalistica, è stato interpellato anche un portavoce di Google che, tuttavia, avrebbe rifiutato qualsiasi commento sul presunto accordo. La stessa cosa è stata fatta dal portavoce di Mastercard che non ha dato indicazioni in merito all’accordo con Google, ma che ha affermato – in maniera molto generica – che qualcosa, per verificare l’efficacia delle campagne pubblicitarie, viene fatto con i suoi partner commerciali, ma che le singole transazioni sarebbero escluse da questi accordi.

Insomma, un nuovo allarme syber-security che toccherebbe direttamente le tasche dei consumatori. E che ci fa capire quanto siamo vulnerabili, non soltanto nella nostra vita sul web, ma anche in quella reale di tutti i giorni.

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