Le “Abissine rigate” e le “Tripoline” quella pasta dal «sapore littorio» di cui avremmo fatto a meno
Lo strano storytelling della pasta Molisana
04/01/2021 di Redazione
Come si fa a resistere a quell’inconfondibile «sapore littorio» che le Abissine rigate Molisana conferiscono al loro formato di pasta? O, in alternativa, perché non abbandonarsi a quel sentore «esotico e con un sapore coloniale» delle Tripoline, altro formato del celebre marchio di pasta italiana? Cronache del 1930? No, ma di qualsiasi scaffale di supermercato di quartiere dove la pasta Molisana è in vendita.
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Abissine rigate Molisana, l’equivoco
Già perché questo tipo di formato – che l’azienda non ha esitato a definire “coloniale” – è in commercio (e non è una novità), con tanto di numero che identifica ancora meglio la tipologia di pasta. Lo hanno notato alcuni utenti sui social network che hanno postato le immagini del loro acquisto e la relativa descrizione sul sito del pastificio italiano, vero problema in tutta questa vicenda. Nella fattispecie, tra le righe si leggeva:
«Negli anni Trenta l’Italia celebra la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta: Tripoline, Bengasine, Assabesi e Abissine. La pasta di semola diventa elemento aggregante? Perché no! Di sicuro sapore littorio, il nome delle Abissine Rigate all’estero si trasforma in “shells”, ovvero conchiglie».
Tutta la prima parte di questa descrizione, ora, è scomparsa. Sia chiaro: abissine e tripoline sono un formato tradizionale di pasta, che viene prodotto anche da altri pastifici italiani e – soprattutto – viene prodotto da sempre. Già tre anni fa, in tempi di Legge Fiano sul reato di propaganda del regime fascista e nazifascista, c’era qualcuno che faceva ironia sfruttando proprio questi due formati di pasta (e le altre citate nella scheda originaria della Molisana). Quello che stupisce, del resto, è proprio la descrizione sul sito della Molisana che, non a caso, è stata sostituita nelle sue parti più controverse.
Il desiderio di richiamare, nemmeno troppo velatamente, il passato coloniale italiano, una pagina oscura della storia del nostro Paese, fatto di inseguimenti continui a un “nemico” che evitava di dare battaglia, di utilizzi di sostanze chimiche proibite dalle leggi internazionali, dalla costruzione di campi di concentramento. La scarsa attenzione per le popolazioni libiche, la brutalità in molti casi e il grande impiego di denaro pubblico caratterizzarono l’esperienza coloniale italiana. Che non ha affatto bisogno di essere rievocata nella scheda descrittiva di un formato di pasta.
Un errore che è stato ammesso anche a Repubblica dalla responsabile marketing della Molisana, Rossella Ferro: «Non abbiamo alcun intento celebrativo quando parliamo di questi formati storici – ha affermato -, nati negli anni ’30. E infatti abbiamo appena provveduto a cambiare le schede descrittive dei prodotti». L’errore, sostiene il reparto marketing, sarebbe stato quello di non ricontrollare le schede che, nella loro compilazione, erano state affidate a una agenzia esterna al pastificio.