La piattaforma di condivisione dei file su cui ci sono 1500 green pass gratuiti

Il 70% di questi sarebbero validi: la segnalazione è stata già girata alla polizia postale

19/11/2021 di Redazione

Un paio di passaggi e una semplice ricerca via Google. Non c’è bisogno di esplorare il dark web, né tantomeno di iscriversi a gruppi Telegram. Anzi: non c’è nemmeno bisogno di prendersi il rischio di una transazione economica a uno sconosciuto, visto che il materiale a disposizione è completamente gratuito. È quanto ha scoperto NextQuotidiano, che ha raccolto la segnalazione di un esperto di sicurezza informatica di una importante università italiana. Quest’ultimo si è detto sicuro che i 1500 green pass falsi e gratuiti sul portale di condivisione dei file siano stati realizzati con lo stesso sistema di quelli originali, che gran parte dei cittadini italiani ha ottenuto dopo una guarigione dal coronavirus, dopo una o due dosi di vaccino o dopo un tampone.

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1500 green pass falsi su un portale di condivisione dei file

La situazione descritta da Next Quotidiano è diversa rispetto a quelle che si sono configurate nei giorni scorsi. Non si tratta di green pass a pagamento, né di rielaborazioni completamente false che hanno aggirato il sistema. Si tratta di un gruppo di file facilmente reperibile, accessibile e gratuito. Secondo l’esperto informatico consultato, infatti, il 70% di questi green pass sarebbe valido e verificabile con Verifica C-19. L’altro 30% sarebbe un derivato da una prima dose e, dunque, risulterebbe non più valido.

Attraverso l’identificazione dell’indirizzo IP, sarebbe possibile risalire anche a chi ha messo in rete questi file: sarebbero tre utenti collegati da Milano, da Pisa e da un paese del Piemonte. La polizia postale è già stata allertata circa due settimane fa, ma al momento i 1500 green pass risultano ancora online. Stando a quanto riportato da Next Quotidiano, i file sarebbero “genuini”, ovvero realizzati con lo stesso identico sistema utilizzato dalle piattaforme governative. Chiavi rubate o sfruttamento di quel classico spiraglio offline che permetterebbe a malintenzionati di avviare l’iter per la realizzazione della certificazione esattamente con gli stessi strumenti informatici dei green pass validi?

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