«Dentro lo schermo, abbiamo bisogno di una maggiore intelligenza naturale»

Le parole del cardinal Matteo Zuppi sull'intelligenza artificiale, nel suo intervento al Festival della Comunicazione di Pinerolo

10/05/2024 di Gianmichele Laino

In occasione del Festival della comunicazione che quest’anno si è svolto a Pinerolo, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Zuppi, è intervenuto per offrire una testimonianza rispetto alla direzione che la chiesa ha preso, successivamente all’adozione nella società degli strumenti di intelligenza artificiale. Sicuramente, durante la sua intervista con il direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano Stimamiglio, sono stati presi in considerazione i possibili vantaggi e gli ostacoli degli strumenti di AI. Certo, non dal punto di vista tecnico e tecnologico, quanto rispetto al concetto di umanità. «Non sono un grande esperto di intelligenza artificiale – ha detto Zuppi nel corso del suo intervento -. Ma noto una sua rapida crescita in pochissimo tempo. L’applicazione in ambito accademico è sicuramente significativa, visto che permette – ad esempio – una facilità di calcolo impressionante, che può essere impiegata anche in ottica predittiva. È una possibilità straordinaria».

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Zuppi sull’intelligenza artificiale al Festival di Pinerolo

Il cardinale Zuppi ha anche posto all’attenzione dei presenti una riflessione sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro e, in generale, su come il digital divide può condizionare negativamente il modo di vivere delle persone e il loro rapporto con i diritti civili: «Detto questo – ha ricordato il presidente della CEI -, bisogna capire i suoi effetti sul mondo del lavoro. Bisogna capire cosa succederà, così come abbiamo capito ai tempi dell’evoluzione delle tecnologie digitali, quando qualcuno che non ha tenuto il passo è rimasto indietro. Occorre stare attenti perché il fatto di non restare al passo con i tempi può comportare anche delle limitazione nel godimento dei diritti».

Interessante il passaggio sugli algoritmi e l’ammonizione rispetto al fatto che questi ultimi possano in qualche modo limitare la nostra libertà di scelta. «Sarà capitato anche a voi – ha raccontato Zuppi – di aver acquistato il biglietto del treno per una certa destinazione e per due mesi di venir bombardati da annunci pubblicitari su quella medesima destinazione. Siamo all’inizio di questa tecnologia e inizieremo a comprendere cosa sarà l’antropologia digitale, come il digitale ci sta cambiando, quale sarà l’umanità di quelli che nascono con il digitale. Dentro lo schermo i gradi di complessità aumentano e c’è bisogno di un po’ più di intelligenza naturale per poter comunicare lo spirituale».

Il passaggio specifico sull’intelligenza artificiale si chiude con un auspicio nei confronti della chiesa, che riprende le parole del messaggio di Papa Francesco in occasione della Settimana della Comunicazione: «In ogni caso, la Chiesa deve trovare tanto cuore. E su questo l’intelligenza artificiale non potrà mai arrivare. Il cuore non ha un algoritmo: è l’anima, ed è questa che noi dobbiamo ritrovare, insieme al concetto di relazione».

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