Il Partito Comunista dei Lavoratori rivendica: «Siamo stati noi i primi a denunciare il governo per le mancate zone rosse»
11/06/2020 di Enzo Boldi

Giuseppe Conte, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza saranno ascoltati alla Procura di Bergamo in merito ai ritardi – e al rimpallo di responsabilità – e alla non decisione di istituire le zone rosse ad Alzano Lombardo e Nembro all’inizio dell’epidemia da Coronavirus in Italia. Il Presidente del Consiglio e i due ministri verranno sentiti nei prossimi giorni, dopo che nelle settimane precedenti era stato il turno dei rappresentanti della Regione Lombardia. In attesa di scoprire eventuali responsabilità, il Partito Comunista dei Lavoratori rivendica di esser stato il primo a denunciare quanto accaduto, fin dal 9 aprile.
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«Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria soddisfazione per la scelta della procura di Bergamo di interrogare il presidente del Consiglio e i ministri degli Interni e della Salute in merito alla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano e Nembro – si legge nel comunicato del Partito Comunista dei Lavoratori -. E non potrebbe essere altrimenti: è stato il Pcl infatti, tramite il suo Portavoce Nazionale Marco Ferrando a presentare per primo (alle procure di Bergamo, Brescia, Milano e Roma) denuncia contro il Governo, nonché contro la Regione Lombardia e Confindustria. E lo ha fatto in tempi certamente non sospetti: il 9 aprile scorso. Quando tutti facevano muro minimizzando ciò che accadeva e rimpallandosi le responsabilità. A cominciare dalla Lega di Salvini che oggi sostiene ‘finalmente si fa giustizia’ ma allora difendeva a spada tratta la politica delle fabbriche aperte a tutti i costi. I costi di migliaia di morti».
Zone rosse, la denuncia del Partito Comunista dei Lavoratori
(foto di copertina: da Giornalettismo)