Zingaretti dice che la sinistra dovrebbe prendere spunto dalla destra

30/10/2019 di Enzo Boldi

Non ha tutti i torti Nicola Zingaretti quando sostiene che la sinistra debba ritrovare la stessa unità mostrata (almeno all’apparenza e certificata dai risultati elettorali) dalla destra italiana. Quel che manca nel discorso del segretario del Partito Democratico è, però, la consecutio tempore di quel che Lega e Fratelli d’Italia (e solo in piccola parte Forza Italia) ha fatto negli ultimi anni: mantenere un contatto (seppur a volte fittizio) con la piazza. Solo dopo aver ripristinato quel che era in origine, infatti, si potranno realizzare manifestazioni come quella andata in scena a Roma lo scorso 19 ottobre.

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«Credo si sia sottovalutato troppo quello che è avvenuto a piazza San Giovanni, a destra, dove forze politiche pur in ascesa hanno deciso di unirsi e combattere insieme – ha detto Nicola Zingaretti nella sua intervista rilasciata questa mattina a Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital condotta da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto -. Se si ritrovasse questo spirito già cambierebbe le cose». Una verità che, però, dovrebbe rappresentare il punto finale e non un punto di partenza.

Zingaretti e l’esempio della destra

Il lavoro fatto negli ultimi anni dalla destra italiana, con Lega e Fratelli d’Italia, è stato certosino e tattico: sentire le persone, stare in mezzo a loro e alle loro paure. Il tutto è stato poi abilmente trasformato in un atteggiamento politico che ha il sapore del realismo sempre meno politico e molto più sociale. La manifestazione di piazza San Giovanni, infatti, è stato solo il tassello finale di un lungo percorso costruito negli anni.

Dove si è persa la sinistra

Quella strada su cui la sinistra italiana (con il Pd in testa, troppe volte schierato verso il centro) si è persa. Da anni, infatti, le lotte sociali tipiche di un’ideologia di sinistra sono state soppiantate da un atteggiamento che il volgo ha definito da radical chic. Un comportamento che, a differenza di quanto fatto da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ha innalzato una sorta di muro che ha messo le distanze tra la politica e la gente. Non si tratta di mero populismo, ma di attenzione alle esigenze dei cittadini a cui andava spiegato cosa è giusto e cosa no, impedendo una deriva dell’odio cavalcata ad arte sfruttando le paure di chi si è sentito abbandonato, risvegliando amari istinti nostalgici tenuti a bada ma sempre pronti ad aprire gli occhi e rialzare la testa.

(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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