Zangrillo e la «militanza sessantottina» di Galli | VIDEO

Il primario del San Raffaele risponde la virologo del Sacco di Milano

27/10/2020 di Enzo Boldi

Excusatio non petita accusatio manifesta. Nel turbinio di apparizioni televisive dei vari esperti, medici e virologi, oggi è andato in scena lo scontro a distanza tra Alberto Zangrillo e Massimo Galli. Nel mirino del primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare del San Raffaele di Milano c’è una frase pronunciata, quasi due settimane fa, dal direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, quando ha ricordato che qualcuno «parlava di virus indebolito». Adesso, Zangrillo contro Galli con riferimenti alle ideologie politiche e l’invito alla denuncia.

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Nel corso del suo collegamento odierno con L’Aria che Tira, su La7, Alberto Zangrillo ha detto: «A me dispiace che il professor Galli trovi sempre il tempo di accusarmi velatamente e neanche troppo velatamente. Questo tempo io non lo trovo, lui ha questo modo di criticare senza fare nomi, frutto forse della sua antica militanza sessantottina di cui si fa vanto. Gli do un consiglio, mi denunci e la chiudiamo qua».

Zangrillo contro Galli e la militanza sessantottina

Obiettivamente, il professor Massimo Galli non ha mai citato Alberto Zangrillo, ma ha più volte sottolineato come fosse sbagliato parlare di virus indebolito o, addirittura, clinicamente morto. E il primario del San Raffaele – essendo stata la principale personalità del mondo ospedaliero italiano a esporsi in quella direzione nei mesi estivi -, si è sentito chiamato in causa e solamente ora ha vuotato il sacco e si è levato il sassolino dalla scarpa.

Lo scontro è politico

La contesa, dunque, si sposta sul piano politico. Zangrillo contro Galli, infatti, cita quel passato raccontato dallo stesso direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano in alcune occasioni. E ora la riutilizza non per rispedire al mittente le accuse, ma per invitarlo a una denuncia.

(foto di copertina: da L’Aria che Tira, La7)

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