L’ennesimo penultimatum del Roskomnadzor a YouTube

È arrivata una nuova multa per non aver rimosso dei contenuti sulla guerra. Ma non c'è stata la sospensione della piattaforma

30/03/2022 di Redazione

C’è una sorta di aura mistica che deve proteggere YouTube in Russia. O, molto più probabilmente, a proteggerlo è il fatto che, tra la popolazione russa, si tratta di una delle piattaforme più popolari, la cui sospensione darebbe – molto più che con il ban di Mc Donald’s – l’impressione di un distacco eccessivo dal mondo occidentale. Per questo, il Roskomnadzor – l’autorità garante delle comunicazioni in Russia – ha fatto un ulteriore passetto in avanti verso una sanzione più dura, senza tuttavia chiudere la piattaforma. Insomma, per altri servizi – si veda Facebook o Twitter – il ban dal territorio russo era stato molto più immediato. Per ora, YouTube ha ricevuto un’altra multa a causa della mancata rimozione di alcuni contenuti che riguardano l’attuale contesto bellico in Ucraina.

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YouTube in Russia, nuova multa ma nessuna sospensione

Per il Roskomnadzor, YouTube è «una delle piattaforme chiave che partecipano alla guerra dell’informazione contro la Russia», accusandola di aver ospitato dei video anche di miliziani che combattono in maniera integrata all’interno dell’esercito ucraino (come il famoso battaglione Azov). Ma YouTube è stato soltanto multato per questo, senza che fosse oggetto di sanzioni più pesanti. Il Roskomnadzor sta inviando avvisi e annunci alla piattaforma da diversi giorni e – a inizio marzo – aveva addirittura paventato una sua chiusura nell’immediato. Chiusura che, tuttavia, non è mai intervenuta. O, almeno, non ancora.

La chiusura di YouTube sarebbe senza ritorno per la Russia: si tratta della piattaforma – tra i Big Tech – più utilizzata in patria. Gli iscritti a YouTube sono superiori a quelli del social network russo VKontakte e la piattaforma rappresenta uno dei principali strumenti di informazione nel Paese. Per questo motivo, l’autorità garante delle comunicazioni sta “tollerando” la circolazione di contenuti non esattamente in linea con la propaganda russa sull’invasione dell’Ucraina. Bisognerà capire fino a quando durerà questo braccio di ferro e se la Russia sarà coerente con quanto fatto fino a questo momento con altre piattaforme social o se, invece, mostrerà una vulnerabilità e un nervo scoperto nel non poter intervenire nei confronti di YouTube.

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