YouTube chiude il canale di John Lee, unico candidato alla leadership di Hong Kong

Google, cui fa capo la piattaforma video, avrebbe rimosso l'account di Lee per rispettare le sanzioni statunitensi inflitte allo stesso leader tempo fa

20/04/2022 di Martina Maria Mancassola

YouTube blocca l’account di Lee, unico candidato alla leadership di Hong Kong. Google, cui fa capo YouTube, ha bloccato oggi l’account di Lee per via delle sanzioni USA inflitte contro di lui, mentre Meta, proprietario di Facebook, ha dichiarato che la piattaforma potrebbe conservare l’account del leader ma senza permettergli di usufruire dei servizi di pagamento. Tam Liu-chung, direttore dell’ufficio della campagna di Lee, ha definito la mossa «totalmente irragionevole» e «dispiaciuta». La scelta del colosso informatico – che non delegittima la possibilità del leader di ottenere la carica politica, sarebbe frutto dell’imposizione a Lee di sanzioni statunitensi – e ad altri funzionari di Hong Kong e cinesi -, nel 2020. Washington fa sapere di averli sanzionati a causa del loro ruolo nel limitare le libertà della città ai sensi di una legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino nel giugno del medesimo anno. 

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YouTube blocca l’account di John Lee per rispettare le sanzioni USA inflitte allo stesso tempo fa

Davvero Google ha rimosso l’account della campagna di Lee per rispettare le leggi statunitensi sulle sanzioni? Pare di sì. La società, infatti, ha dichiarato a Reuters che: «Google rispetta le leggi sulle sanzioni statunitensi applicabili e applica le relative politiche in base ai suoi termini di servizio. Dopo aver esaminato e coerentemente con queste politiche, abbiamo chiuso il canale YouTube Johnlee2022». Anche il proprietario di Facebook Meta è intervenuto, affermando che mentre Lee può mantenere «presenze demonetizzate» su Facebook e Instagram, gli verrà però precluso l’utilizzo dei servizi di pagamento. La pagina Facebook di Lee appare ancora visibile oggi. Lee ha affermato che, ad ogni modo, il blocco del suo account da parte di Google, non influirà sulla sua campagna elettorale per guidare Hong Kong nei prossimi cinque anni. Durante un briefing con i media, lo stesso ha dichiarato che «quelle cosiddette sanzioni nei miei confronti sono irragionevoli, sono bullismo, stanno intenzionalmente facendo pressioni, cercando di costringermi a essere titubante. Ma come ho più volte sottolineato, questo comportamento irragionevole mi farà solo convincere che sto facendo la cosa giusta», aggiungendo che: «per quanto riguarda alcuni (social) media (piattaforme) a cui non avrò accesso, mi sento deluso, ma questo non influirà sul mio sforzo elettorale».

Hong Kong gode di maggiori libertà rispetto alla Cina continentale, in cui Internet è profondamente censurato e l’accesso alle piattaforme di social media straniere, e a molti siti di notizie, risulta bloccato. Hong Kong, infatti, nell’ambito del quadro «un paese, due sistemi» concordato quando l’ex colonia britannica è tornata nuovamente sotto al dominio cinese nel 1997 lascia maggiori garanzie agli abitanti. Ma i critici del governo di Hong Kong dicono che non c’è libertà, perché questa è stata erosa da Pechino. Lee, che ha il sostegno proprio di Pechino, intende sostituire l’amministratore delegato Carrie Lam, che il 30 giugno si dimetterà. Secondo i media, Lee dovrebbe annunciare la sua piattaforma politica a breve, questo mese, e per far ciò Lee ha scelto quasi 150 personalità rilevanti, tra cui l’uomo più ricco della città, Li Ka-shing, e altri potenti uomini d’affari e politici, per mostrare il grande sostegno che ha dai molti.

Foto: screenshot South China Morning Post

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