X Factor, la (non) difesa di Manuel Agnelli all’amica Asia Argento

05/09/2018 di Enzo Boldi

Questa mattina è arrivata l’ufficialità: Asia Argento è stata silurata da Sky Italia e non farà parte della giuria nei live della prossima edizione di X Factor. L’attrice italiana paga a caro prezzo – come ampiamente prevedibile – lo scandalo sessuale che l’ha vista coinvolta nelle ultime settimane e ha dovuto dire addio alla fase clou del talent musicale televisivo più famoso.

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L’attrice italiana faceva parte della giuria in fase di selezione e le puntate già registrate – quindi quelle prima dei live – andranno in onda con la sua presenza al fianco di Mara Maionchi, del neo-sposo Fedez e di Manuel Agnelli. Proprio il leader degli Afterhours ha provato a difendere la sua amica Asia Argento, ma il suo tentativo di perorare la sua causa non è stato proprio azzeccatissimo.

X Factor 12, entro la settimana prossima il nome del nuovo giurato

«Sono addolorato perché sono amico di Asia – ha spiegato Manuel Agnelli – e sono convinto del fatto che sia una persona facilmente attaccabile, molto fragile e con un sacco di scheletri nell’armadio, come me». La storia uscita dalle ante di quell’armadio ha fatto molto rumore e, nonostante la sua partecipazione alle audizioni di X Factor 2018, Asia Argento non sarà più una delle protagoniste del talent musicale. Il nome del giurato che prenderà il suo posto dalla fase dei live sarà comunicato dai vertici di Sky Italia entro la prossima settimana (e forse sarà una donna).

X Factor 12, Manuel Agnelli attacca la stampa sul caso Asia Argento

«Sono convinto che Asia non sia colpevole e per la legge italiana comunque non ha fatto niente di male – prosegue Manuel Agnelli -. Averla con questo peso addosso e nell’occhio del ciclone non sarebbe stato molto saggio neanche per lei». Il frontman degli Afterhours attacca anche la stampa e la gestione del caso Argento-Bennet: «Il New York Times non può essere un tribunale e finché non c’è un’indagine, non c’è un processo e non c’è una condanna, non ci può essere una condanna pubblica così netta. E’ stato mostruoso, uno schifo a livello di comunicazione».

 

(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO PERI)

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