Nessuno vuole pubblicare le memorie di Woody Allen

03/05/2019 di Enzo Boldi

Nonostante le accuse nei suoi confronti siano cadute e mai confermate dalle inchieste, Woody Allen si trova a dover affrontare un’altra volta la diffidenza del mondo nei suoi confronti. Qualche anno fa fu Amazon a voltargli le spalle dopo la denuncia di molestie sessuali da parte di sua figlia Dylan, adottata insieme alla sua compagna Mia Farrow. Le indagini, però, non confermarono i racconti della giovane, ma i cosiddetti effetti del ‘MeToo’ furono immediati per l’attore e regista americano. Ora, nonostante la sua fedina penale sia rimasta intonsa, anche gli editori hanno deciso di snobbarlo.

A riportate questa notizia è stato il New York Times che ha citato i dirigenti di quattro grandi case editrici che si sono rifiutati di stipulare un contratto per la pubblicazione delle memorie di Woody Allen. L’opinione pubblica, infatti, è rimasta comunque condizionata da quella denuncia di qualche anno fa e il rischio di un effetto boomerang sarebbe stato quasi istantaneo. Prima del movimento MeToo contro le molestie – secondo quanto riportato dal quotidiano newyorkese, le case editrici si sarebbero messe in fila per il mostro sacro del cinema che ha fatto la storia attraverso numerose pellicole di successo.

Nessuno vuole pubblicare le memorie di Woody Allen

Ma Woody Allen, da qualche anno a questa parte, si è abituato a questi voltafaccia, nonostante abbia sempre respinto le accuse della figlia adottiva siano cadute. Prima degli editori, a tirarsi indietro da un accordo con il registra americano per la distribuzione di almeno quattro pellicole fu Amazon. Un passo indietro che ha spinto Allen a chiedere un risarcimento al colosso di Jeff Bezos per 68 milioni di dollari.

Gli effetti del ‘Me too’

Ora il caso delle sue memorie, ma dietro al rifiuto delle case editrici sembra esserci un’idea differente. Nelle pagine scritte da Woody Allen, infatti, sarebbe raccontata la verità dietro a questa presunta vicenda di molestie. Gli editori, però, non vogliono prendersi il rischio di pubblicare e mettere il proprio nome su questo suo racconto-verità, perché le accuse di violenze sessuali al tempo del ‘MeToo’ rischiano di provocare una grande macchia sugli accusati e su chi si espone pubblicamente.

(foto di copertina: Kristin Callahan/Ace Pictures via ZUMA Press)

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