Lo scherzo su WhatsApp del modello Inps per l’accesso al reddito di cittadinanza
08/03/2018 di Gianmichele Laino
Da un lato c’è una cittadina intera – quella di Giovinazzo – in coda davanti ai Caf e all’ufficio dell’assessorato ai servizi sociali per cercare di ottenere un reddito di cittadinanza che non esiste da nessuna parte, dall’altro c’è chi si diverte su WhatsApp (o che magari crede anche a quello che – evidentemente – è uno scherzo).
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WhatsApp modello reddito cittadinanza, il fake virale
Sul servizio di messaggistica istantanea, infatti, circola una sorta di modello Inps da compilare, con la dicitura «Per l’accesso al reddito di cittadinanza». La domanda, a prima vista, sembra essere quasi perfetta: rispetta, infatti, in tutto e per tutto il layout di uno dei tanti modelli che quotidianamente la burocrazia italiana ci propone.
Ovviamente, lo scherzo sta proprio nel fatto di puntare sulla scarsa attenzione di chi frequenta abitualmente i social network: a volte, infatti, i documenti che circolano in rete non vengono letti, ma vengono condivisi acriticamente, partendo da una semplice occhiata sommaria.
WhatsApp modello reddito cittadinanza, uno scherzo riuscito
Una lettura approfondita, invece, mostra innanzitutto il primo elemento satirico nell’intestazione del documento: il modello, infatti, viene etichettato come NTGF/01 ovvero «Nun Teng Genio e Faticà». Da questo primo «indizio» si capisce chiaramente anche l’origine territoriale dello scherzo. Soltanto l’ingegno partenopeo, infatti, poteva partorire una perla del genere.
Scorrendo il testo, poi, si nota una lista di requisiti per l’accesso al reddito di cittadinanza piuttosto anomala: «dichiaro sotto la mia responsabilità di: – non lavorare; – non aver voglia di lavorare; – credere a Babbo Natale». Inoltre, il modello continua chiedendo di indicare l’IBAN sul quale accreditare la somma dovuta. Insomma, una vera e propria presa in giro.
La fotografia si è diffusa su WhatsApp e sugli altri social network. E anche se si tratta palesemente di un fake, è molto probabile che qualcuno ci abbia creduto. La principale proposta del Movimento 5 Stelle in campagna elettorale, insomma, rischia di diventare una barzelletta prima ancora di avviarsi verso un (quantomai) ipotetico iter parlamentare.