I messaggi subliminali del M5S per orientare il voto su Di Maio della piattaforma Rousseau
29/05/2019 di Redazione
Il teatrino ha preso il via questa mattina. Il Movimento 5 Stelle ha iniziato a mettere in discussione Luigi Di Maio e quest’ultimo, per cercare di ottenere una sorta di legittimazione, ha chiesto urgentemente un voto sulla piattaforma Rousseau all’interno del quale si misurerà l’indice di gradimento nei suoi confronti. Il voto si svolgerà domani, dalle 10 alle 20. Il Di Maio Day.
Di Maio e la votazione sulla piattaforma Rousseau
Tuttavia, dai messaggi diffusi dal Movimento 5 Stelle si ha davvero la sensazione di come andrà a finire. Non sembrano esserci alcune nuvole sul futuro di Luigi Di Maio. Lo si percepisce anche dal modo attraverso cui sarà formulato il quesito: «Confermi Luigi Di Maio come capo politico del MoVimento 5 Stelle?».
Il verbo ‘confermare’, ovviamente, sottintende già l’idea che il capo politico del Movimento 5 Stelle sia considerato il prescelto per questo ruolo. Ancor più esplicito è il titolo dell’articolo pubblicato sul Blog delle Stelle, che sarà l’allegato esplicativo al voto sulla piattaforma Rousseau di domani: «Domani si vota per confermare la fiducia a Luigi Di Maio». Che, già da solo, sembra un invito a esprimere la propria preferenza per supportare il leader del Movimento 5 Stelle.
I messaggi subliminali del M5S su Di Maio
All’interno di questo articolo, c’è un intervento dello stesso Luigi Di Maio. «Avevo promesso a tutti di portare il MoVimento al Governo da candidato premier e ci siamo riusciti – ha scritto Luigi Di Maio -. Avevamo promesso il reddito di cittadinanza, quota 100, di smantellare il jobs act, di bloccare le trivelle in mare e aiutare le piccole e medie imprese iniziando ad abbassare le tasse. Di investire nell’innovazione e di bloccare alcune direttive che stavano distruggendo il commercio. È per questi obiettivi che ho deciso un anno fa di assumere l’incarico di Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Non mi sono mai risparmiato. Mai avrei pensato che lavorare tanto potesse essere una colpa».
Insomma, l’accorata autodifesa di Luigi Di Maio sembra non insistere sul perché, in questo momento, la sua figura di leader venga messa in discussione. Non c’è alcun riferimento esplicito alla sconfitta del Movimento 5 Stelle alle elezioni europee. Il fatto di essere stato il responsabile, in quanto capo politico, di una emorragia di voti che ha visto scendere il M5S al 17%, dal 32% delle politiche, non deve essere evidentemente considerata una colpa.