L’unica consolazione di Mattarella è che non si voterà a luglio
15/05/2018 di Gianmichele Laino
Luglio/ col bene che ti voglio/ qui non si vota più. L’esito dell’incontro tra Movimento 5 Stelle, Lega e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lasciato tanti dubbi. Ma uno, forse, è stato definitivamente spazzato via: salta il voto a luglio. Non perché, sia chiaro, Luigi Di Maio e Matteo Salvini abbiano trovato un’intesa sul programma e sul nome per la presidenza del Consiglio. Quella sembra essere ancora troppo distante. Ma perché, con il nuovo rinvio chiesto dai due partiti politici in causa, i tempi tecnici per un eventuale scioglimento delle Camere si allungheranno inevitabilmente.
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Voto a luglio, ormai è praticamente impossibile
Com’è ormai noto, la normativa elettorale vigente prevede che il decreto di scioglimento delle Camere venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale «non oltre il 45° giorno antecedente quello della votazione». Nei fatti, però, i tempi sono più lunghi perché, per allestire le operazioni di voto per gli italiani all’estero, sono necessari alcuni giorni in più. Si arriva, dunque, alla soglia dei sessanta giorni dopo il decreto di scioglimento delle camere. Due mesi, quindi.
Se Mattarella sciogliesse le Camere oggi 15 maggio, quindi, resterebbe ancora in piedi l’ipotesi (piuttosto remota, ma ancora praticabile per il rotto della cuffia) di un voto il 22 luglio. Ma, dal momento che Matteo Salvini e Luigi Di Maio risultano essere ancora in piena trattativa (che richiederà verosimilmente altri giorni di attesa), il presidente della Repubblica avrà la notizia di una loro eventuale rottura soltanto all’inizio della prossima settimana. Si avvierebbe a quel punto una nuova fase per provare a varare un governo del presidente, con nuovi colloqui con le parti politiche. E anche se questa ipotesi non dovesse andare a buon fine, ecco che – con il dilatarsi delle tempistiche – risulterebbe impossibile votare entro il mese di luglio.
Voto a luglio oppure a ottobre: le elezioni regionali in Trentino Alto Adige e in Basilicata
Dal momento che nemmeno il più fervente sostenitore del voto anticipato e dello scioglimento delle Camere si augura una tornata elettorale nel mese di agosto (che, si badi, non è vietata, ma è assolutamente sconsigliata per il potenziale elevato astensionismo), in caso di un mancato accordo di governo M5S-Lega, il periodo più plausibile per le nuove elezioni sarebbe il mese di settembre. Oppure ottobre, dal momento che, a quell’altezza cronologica, sono in programma anche le consultazioni regionali per il rinnovo dei consigli di Trentino Alto Adige e Basilicata.
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