Secondo Vissani le donne non possono lavorare nelle cucine dei ristoranti | VIDEO
20/09/2019 di Enzo Boldi
A volte il sessismo riesce a svilire i suoi stessi motti, rendendo – però – sessisti anche le frasi che negano quei modi di dire. E così succede che Gianfranco Vissani, in collegamento con Edoardo Buffoni e Michela Murgia al Tg Zero di Radio Capital, sia riuscito nell’impresa di cancellare il luogo comune della «donna in cucina» trasformando il suo contrario in un giudizio abbastanza discriminatorio nei confronti delle donne. Secondo lui, infatti, la vita all’interno della cucina di un ristorante è troppo faticosa e per questo l’essere chef è un lavoro da uomini. Ma per loro Vissani ha già individuato un ruolo: la pasticceria perché è più decorativa.
«La cucina di un ristorante per una donna è pesante. Nel nostro ristorante, una bella donna la mettiamo in pasticceria, è meno pesante, più decorativa – ha detto Gianfranco Vissani in collegamento telefonico (insieme al figlio Luca) con il Tg Zero di Radio Capital condotto da Edoardo Buffoni e Michela Murgia -. Ha una funzione diversa da chi si occupa dei primi e dei secondi, perché le casseruole pesano».
Vissani e il sessismo nelle cucine dei ristoranti
Il giudizio viene dato con tono quasi paternalistico: i lavori all’interno delle cucine dei ristoranti sono fisicamente troppo pesanti per le donne. Insomma, secondo Gianfranco Vissani l’essere donna e l’essere una chef sono due mondi che non possono incontrarsi per una questione fisica. Per questo lui, nei suoi ristorante, le relega solamente ai compiti di pasticceria. E nell’esprimere anche quest’altro giudizio usa anche la frase: «È più decorativa».
La risposta alle contestazioni di Michela Murgia
Parole che non sono state fatte cadere nel dimenticatoio di quei giudizi pronunciati senza filtro. Michela Murgia, infatti, ha tenuto a ribadire come la donna non sia un essere vivente che si tira indietro di fronte alle fatiche. Anzi: «È più pesante da sollevare una padella o un bambino?». Una domanda a cui Vissani ha riposto: «Sono gesti diversi». Fine di un’altra pagina di sessismo.
(foto di copertina: MARIO DE RENZIS/ARCHIVIO – ANSA – KRZ)