Virginia Raggi e l’uso dei droni per individuare i runner romani

In questi ultimi giorni, complici le vacanze di Pasqua, i controlli per verificare che le misure di contenimento coronavirus fossero rispettate sono diventato più frequenti e severi. In particolare, per controllare anche luoghi che dal basso sono difficili da individuare, sono stati utilizzati sia elicotteri che droni. Se l’idea di disperdere le folle che fanno grigliate sui tetti o in punti difficilmente raggiungibili può essere considerata efficace, si può dire lo stesso dell’impiego dei droni per individuare runner solitari? Per Virginia Raggi, che già aveva mandato a casa in diretta dalla D’Urso degli atleti dai parchi di Roma, sicuramente ne vale la pena.

Virginia Raggi e i droni per multare i runner

C’è chi, come Federico Ferrazza (direttore di Wired Italia), reputa l’utilizzo dei droni per individuare i runner dall’alto un tantino eccessivo. Da un lato c’è Virginia Raggi che sottolinea come, grazie alla tecnologia volante, sia stato individuato e poi multato un runner che ha tentato la fuga sull’Appia Antica. Dall’altro c’è chi dubita che l’utilizzo di questa sofisticata (e costosa) tecnologia ne valga la pena.

L’utilizzo di droni per pizzicare runner è una «vergogna di cui pochi si rendono conto»

Una vergogna di cui pochi si rendono conto. Così il direttore di Wired definisce l’utilizzo di droni per multare i runner ai tempi del coronavirus. Posto che individuare e punire chi trasgredisce è fondamentale, risulta legittimo anche domandarsi se «con l’immondizia e tutti i problemi che i romani (e non solo) conoscono bene» non sia «un dispendio di risorse pubbliche» eccessivo di cui farsi addirittura vanto.

(Immagine copertina dal profilo Twitter di Virginia Raggi)

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