La storia del cingalese di Milano che non ha violentato una minorenne
31/08/2018 di Enzo Boldi
Il tema delle violenze sessuali perpetrate da cittadini stranieri in Italia è tornato a essere il trending topic delle ultime settimane. Numerose sono state le notizie riportate dai media e sui social che hanno acuito ancora di più – come se ce ne fosse bisogno – la fiamma xenofoba nel nostro Paese. A volte, però, capita di sbagliare.
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Come accaduto attorno alla vicenda del cittadino cingalese che, il 29 agosto, aveva violentato una minorenne lungo la pista ciclabile sul Naviglio Martesana di Milano. Ieri, il pm di Milano Francesco Cajani ha scarcerato il 40enne perché la violenza sessuale – denunciata inizialmente dalla ragazza – non c’è mai stata e il rapporto tra loro era stato consenziente.
Violenza sessuale Navigli, rapporto consenziente e denuncia «per ripicca»
Come racconta il Corriere della Sera, la ragazza ha ritrattato la propria versione iniziale durante un’audizione protetta con il pm e una psicologa, raccontando come è andata veramente quella serata. La 14enne di origine congolese – che era scappata per la ventesima volta dalla Comunità in cui viveva – ha spiegato di aver avuto un rapporto consenziente con il 40enne cingalese conosciuto poco prima, di avergli detto di avere più di 18 anni, di non aver parlato del suo uso di psicofarmaci e – dopo aver consumato il rapporto (non completo) nel boschetto affianco alla pista ciclabile del Naviglio – avergli chiesto il numero di telefono per potersi risentire e rivedere ancora. In pratica, la ragazza ha confermato la versione rilasciata dall’uomo alla Polizia subito dopo il suo arresto della notte scorsa.
Violenza sessuale Navigli, il rapporto consenziente con una over 14 non è reato
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’uomo aveva negato di avere una moglie, ma la giovane ha poi scoperto che il cingalese, in realtà, era sposato. Questo l’avrebbe fatta irritare e, presa dalla rabbia, ha deciso di denunciarlo per violenza sessuale. Una ripicca. L’uomo è stato scarcerato perché il tutto «è avvenuto fuori dai casi previsti dalla legge». Per la normativa italiana, infatti, un rapporto consenziente si trasforma in violenza sessuale solamente se la minore ha un’età non ha compiuto ancora i 14 anni di età. Inoltre, i medici che hanno effettuato le visite di rito sulla ragazza alla clinica Mangiagalli non ha riscontrato alcun segno di lesioni. Da valutare, ora, le accuse di sua moglie che lo aveva denunciato per maltrattamenti in famiglia.
(foto di copertina: ANSA/CESARE ABBATE)