Padre Vilmar Pavesi, il prete consigliere del ministro Fontana: «I gay istigati dal diavolo»

Intervistato dall’Espresso, il prete consigliere del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, padre Vilmar Pavesi, ha riassunto bene le sue idee personali, condivise da noti esponenti del governo (in primis lo stesso Fontana).

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Padre Vilmar Pavesi, rapporto con Lorenzo Fontana

Dai diritti sociali a quelli civili, il prete ha fatto capire che almeno su questo il governo del cambiamento non è come si vende al suo elettorato.

Il ritratto tinteggiato dall’Espresso è chiaro: “Nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, la preghiera scorre tra canti e litanie, ma è alla fine della solenne liturgia che padre Vilmar stringe mani e saluta parrocchiani. Durante l’omelia padre Pavesi ha allertato i fedeli: “La Santa Chiesa chiede a nostro Signore di liberarci da ogni diabolico contagio“.

Padre Vilmar Pavesi contro gay

Un contagio diabolico che, secondo Vilmar Pavesi, tocca direttamente il mondo dei gay: “Esiste la mano del maligno. Il maligno esiste. Non ha bisogno di dormire, di mangiare, lavora sempre. Il diavolo è il padre della menzogna, ispira il peccato, la ribellione. C’è il diavolo dietro ogni peccato di superbia, di sensualità, di lussuria. E c’è l’istigazione del diavolo dietro al peccato. Per il catechismo della Chiesa l’omosessualità è un peccato contro natura perché la differenza tra uomo e donna trova il suo fine nei figli, nell’unione matrimoniale e nella procreazione. Non rispettare questa finalità è un peccato. Per questo l’omosessualità è sempre stata definita un peccato contro natura. E se è il diavolo a istigare una ribellione contro Dio, è certo che lui sia l’istigatore di questo tipo di peccato e di tutti gli altri“.

Posizioni estreme, queste, che si traducono in una visione politica altrettanto arcaica: “La fede cattolica ha sempre prediletto la monarchia. E’ sempre stato il governo prediletto dai cattolici. C’era una collaborazione tra altare e chiesa, quello è stato l’inizio della civiltà. Dio ha voluto che la società fosse ispirata secondo un modello famigliare: gerarchia, dipendenza, legame“.

Il rapporto con Lorenzo Fontana è attivo e collaborativo: “Conosco Lorenzo dal 2005, quando non era ancora in politica e lavorava alla fiera di Verona. Veniva tutti i giorni alla messa. […] Parliamo di politica, ma Lorenzo fa parte di un governo che può non accettare le nostre idee, anche se in questo momento passano. […] C’è stata sempre collaborazione tra l’autorità religiosa e l’autorità civile. In questa democrazia Lorenzo rappresenta una corrente che la pensa come lui. Con lui può avere un suo spazio. Noi siamo a un punto che dire la verità è un reato. Ma lui non ha mai detto nulla di male“.

(Foto credits: Ansa)

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