Facebook va a cercare (e a rimuovere) i video di Trump anche sul profilo della nuora

Giornalista di Fox News, aveva proposto il video di un'intervista all'ex presidente. Le mail di Facebook

01/04/2021 di Gianmichele Laino

Anche pubblicare un contenuto giornalistico su Donald Trump su una pagina di Facebook diversa da quella – ormai bloccata – dell’ex presidente degli Stati Uniti può essere considerata, evidentemente, una violazione delle policy della piattaforma. È quanto si evince da una serie di mail che il social network di Menlo Park ha inviato a Lara Trump, la nuora dell’ex inquilino della Casa Bianca, che – da giornalista di Fox News – aveva proposto sui suoi canali l’intervista realizzata con il magnate americano. Il video Trump è stato rimosso dopo qualche tempo dalla piattaforma.

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Video Trump rimosso dal profilo Facebook di Lara Trump

Nell’email – che una portavoce di Facebook ha dichiarato essere reale – si legge: «In linea con il blocco che abbiamo posto sugli account Facebook e Instagram di Donald Trump, ulteriori contenuti pubblicati con la voce “Donald Trump” verranno rimossi e comporteranno ulteriori limitazioni sugli account». Una scelta che, evidentemente, non guarda in faccia alla tipologia di contenuto, sia esso un video “privato” o “fatto in casa” a scopi di propaganda o un’intervista realizzata per un network internazionale (per quanto schierato su posizioni conservatrici e molto favorevole alla linea intrapresa da Donald Trump prima dei fatti di Capitol Hill).

Lara Trump è sposata con Eric, uno dei figli dell’ex presidente. Recentemente è diventata una collaboratrice di Fox News, emittente per la quale cura il programma online “The Right View”. Nelle scorse settimane, proprio grazie ai suoi account social – da Facebook a Instagram -, aveva promosso l’intervista con l’ex presidente degli Stati Uniti. Un’intervista che è andata in onda sul network di news ma che, evidentemente, non può trovare spazio su Facebook in seguito al blocco che il social network ha deciso di attuare all’indomani dei fatti di Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

Un blocco che, questa è l’ennesima prova, si estende non soltanto al diretto interessato, ma anche a chi pubblica contenuti che abbiano lui come protagonista.

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