La mamma che sapeva dei video hard della figlia minorenne è stata rinviata a giudizio

Per lei, l'accusa è quella di sfruttamento e induzione alla prostituzione

04/05/2021 di Redazione

Una storia veramente brutta, che Le Iene avevano documentato già lo scorso 4 marzo 2020. Una ragazzina di 15 anni frequentava dei siti in cui si potevano fare delle dirette online e, insieme al fidanzato di 17 anni, proponeva delle sue immagini spinte. A volte, non ci si limitava esclusivamente alla diretta sulla piattaforma, ma si assecondavano le richieste di persone che, in cambio di denaro, ricevevano video inediti per uso privato. Questi video, oltre a girare su siti pornografici, a un certo punto sono finiti anche nelle note chat di Telegram dove il revenge porn è all’ordine del giorno. La vicenda oggi assume nuovamente rilevanza perché la madre della ragazzina, che era a conoscenza di questi video e che, anzi, in alcuni casi compariva insieme alla figlia, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di sfruttamento e induzione alla prostituzione. I video erano scambiati o dietro la promessa di un compenso in denaro o, addirittura, in cambio di buoni acquisti su Amazon.

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Video madre e figlia minorenne in chat e live: rinviata a giudizio la donna

Come detto, di una di queste fattispecie si era già occupato il programma Le Iene. In modo particolare, la trasmissione di Mediaset era riuscita a risalire alla persona che aveva presentato una carta di credito appartenente a un terzo uomo (del tutto ignaro della vicenda e – per questo – estraneo ai fatti) e a ottenere che il video dei due minorenni – in cui si chiedeva alla coppia un rapporto orale – fosse cancellato dalla sua galleria.

Tuttavia, alcuni di questi video erano stati caricati anche in alcuni gruppi di Telegram, noti per lo sfruttamento del concetto di revenge porn. Attraverso un’associazione che si occupa da sempre di questo tema legale, il programma aveva aiutato la coppia a eliminare qualsiasi traccia delle loro performance.

Il processo

Ora, invece, inizierà la battaglia legale, con prima udienza nel novembre del 2022.: la donna, intanto, ha negato ogni accusa in sede di udienza preliminare, affermando di non aver mai percepito alcun compenso per la diffusione di quei video. Sarà il tribunale, quindi, a decidere come si è svolta la dinamica di quello che, all’inizio, sembrava un gioco. Ma che poi è andato a finire molto male.

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