Il vicesindaco leghista di Biella e il commento sessista sulla vittoria di Bonaccini
28/01/2020 di Enzo Boldi
C’è una parola che, più di tutte, andrebbe abolita dal vocabolario: ‘goliardia’. Negli ultimi tempi, infatti, questo termine sembra aver perso il proprio significato e viene utilizzato a sproposito da chi non riesce a rimanere all’interno di un perimetro linguistico lecito e supera i limiti della decenza. La goliardia è diventata la scusa di chi parla dando sfogo ai più banali istinti per poi finire nel mirino delle critiche. Allora, quando arriva il momento della ritirata strategica, ecco la carta da utilizzare al grido di: «Ma era solo goliardia». Come accaduto con il Vicesindaco Biella.
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Giacomo Moscarola, eletto in quota Lega nella cittadina piemontese, si è lasciato andare su Facebook a un commento/paragone sessista sulla vittoria in Emilia-Romagna di Stefano Bonaccini. Un’analisi della sconfitta a suo di riferimenti sessuali: «Vincere in Emilia è un po’ come quando vuoi trombarti 20 ragazze nuove e visto che non te la dà nessuna, ti accontenti dell’unica che ormai te la da da anni».
Il vicesindaco Biella e il paragone sessista sulla vittoria di Bonaccini
A essere stata trombata, nel senso più puro della parola (cioè ‘bocciata’), è stata la Lega di Matteo Salvini che voleva arrivare in Emilia-Romagna da vincitore, ma è andato via con le pive nel sacco. Eppure il Vicesindaco Biella, Giacomo Moscarola, ha voluto usare questo paragone sessista credendo di far ridere i suoi fan sui social. Evidentemente, però, questa ‘goliardia’ non è stata colta quasi da nessuno. Per fortuna.
Scusate, era solo goliardia
Dopo le prime reazioni, infatti, quel commento è stato cancellato. Ma la rete è inclemente e gli screenshoot hanno iniziato a circolare sui social. Lui, Moscarola, si è difeso così: «Questa mattina commentando il post sulle elezioni in Emilia ho fatto una battuta sulla vittoria del Pd. Ovviamente il post era goliardico, mi scuso se ha urtato la sensibilità di qualcuno».
(foto di copertina: da profilo Facebook di Giacomo Moscarola)