La vicepresidente dell’Argentina dice che gli italiani sono «mafiosi per genetica»

12/02/2020 di Enzo Boldi

Hanno fatto molto discutere le parole pronunciate dalla Vicepresidente ArgentinaCristina Kirchner, durante un suo intervento alla Fiera del Libro a L’Avana. La politica, criticando l’ex presidente Mauricio Macri, ha voluto accostare – senza troppi giri di parole – l’essere mafioso a una genetica tipicamente italiana. Dichiarazione che, ovviamente, ha provocato tante proteste costringendo anche il presidente in carica a dissociarsi pubblicamente da quell’uscita infelice.

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«In Argentina il lawfare (l’uso politico del sistema giudiziario) ha avuto una componente mafiosa – ha detto Cristina Kirchner durante una conferenza alla Fiera del Libro de L’Avana -. Questo ha portato alla persecuzione dei miei figli. Una componente mafiosa che deve essere probabilmente causata dagli antenati di chi è stato presidente proprio come ha denunciato un noto giornalista del giornale Pagina 12 quando ha parlato della ‘ndrangheta. Devono essere quegli antenati».

La vicepresidente Argentina e gli italiani «mafiosi per genetica»

La vicepresidente Argentina fa riferimento all’ex presidente Mauricio Macri, da tempo al centro di un dibattito politico a distanza proprio con Cristina Kirchner. Parole che non sono piaciute a molti, a partire dai rappresentanti della comunità italiana in Argentina che si sono scagliati contro quell’ammiccamento – strizzando l’occhio a luoghi comuni – che faceva implicitamente riferimento alla genetica italiana che porterebbe tutti i nostri connazionali a essere mafiosi, o ad avere questa indole. E anche il presidente in carica si è dissociato.

Si dissocia anche Alberto Fernandez

Prima con una dichiarazione – «i valori dell’Italia sono fondamentali in Argentina» -, poi con un tweet in compagnia dell’ambasciatore italiano, Alberto Fernandez ha provato a distendere i toni dopo le polemiche per le dichiarazioni avventate e controverse della vicepresidente Argentina.

(foto di copertina: frame da video Facebook di Cristina Kirchner)

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