Quelli che non conoscono la satira del Vernacoliere e lo criticano per la prima pagina sulle badanti ucraine
Il direttore Mario Cardinali: «Se i pisani se la fossero presa per tutte le volte che abbiamo fatto ironia su di loro...»
09/06/2022 di Redazione
La satira del Vernacoliere è nota a chi vive o ha vissuto in Toscana e nel centro Italia. Si tratta di uno degli esempi più irriverenti del genere, che resiste alle crisi e riesce ad andare avanti anche in un momento in cui il digitale sembra essere dominante sulla carta stampata. Un po’ perché le battute senza peli sulla lingua del Vernacoliere hanno ancora un pubblico di grandi aficionados, un po’ perché – anche tra i più giovani – sono diventate dei veri e propri “oggetti di consumo”, dal poster alla sua versione digitale, il meme. Per questo fanno stupore le critiche al Vernacoliere sulle badanti ucraine, oggetto della prima pagina dell’ultima edizione del periodico di satira stampato a Livorno.
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Vernacoliere sull’Ucraina, le critiche per la prima pagina
Da qualche giorno, nei principali centri della Toscana e dell’Umbria, sono comparsi nelle edicole gli strilloni con questo titolone a campeggiare: «Popolo benedetto – Ora anche i miraòli! Badante ucraina impone le mani sur un vecchio e ni fa rizzà l’uccello che ‘un ni s’induriva da ‘na vita!». La battuta è perfettamente in linea con lo stile satirico che il Vernacoliere ha da tempo. Uno stile mai politicamente corretto, che ha sempre preso di mira – in maniera abbastanza trasversale – tutti (destra, sinistra, interi settori della società dei nostri tempi). Adesso, è bastata un titolo sulla guerra in Ucraina (che passa – in verità – attraverso un riferimento sessuale piuttosto banale e attraverso uno stereotipo) per suscitare lo sdegno di utenti dei social network e di commentatori autorevoli. La vicenda è arrivata persino sui quotidiani nazionali.
Il direttore del Vernacoliere Mario Cardinali risponde, ancora una volta, con ironia: Se i pisani se la fossero presa per tutte le volte che abbiamo fatto ironia su di loro..Spiace davvero se qualcuno si è offeso, ma la speculazione che si vede in Italia sull’Ucraina e il popolo ucraino non si è mai vista finora». La locandina, però, sarà ancora in edicola e non verrà ritirata. Dalla redazione si dicono dispiaciuti per le persone che si sono sentite offese o “umiliate”, spiegano che non c’era alcun intento offensivo, ma si rivendica il diritto di fare satira.