Giorgia Meloni tira fuori Bibbiano anche per condannare il suo consigliere di Vercelli
22/07/2019 di Enzo Boldi
Era partita molto bene – anche se bastava fare una scorsa del profilo Facebook di Giuseppe Cannata per accorgersi del suo fare nostalgico di una certa epoca – condannando e prendendo le distanze da quanto scritto (e poi cancellato) sui social dal vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli eletto qualche mese fa nelle file di Fratelli d’Italia. Poi, però, Giorgia Meloni non ha resistito e anche in questa occasione, quando non c’entrava veramente nulla, è riuscita a ritirare in mezzo la storia di Bibbiano per fare un attacco politico al Pd.
Eppure le intenzioni sembrano essere le migliori, con l’esordio del suo post social (allegando lo screenshoot della notizia riportata stamani da La Repubblica sul caso Vercelli) in cui la leader di Fratelli d’Italia prendeva le distanze (anche a nome del partito) da quelle orribili frasi scritte e poi cancellate da Giuseppe Cannata sui Facebook. Poi, però, il populismo ha avuto la meglio. Anche questa volta.
Giorgia Meloni e la condanna sul caso Vercelli
«Fratelli d’Italia prende le distanze dalle dichiarazioni del consigliere comunale di Vercelli Giuseppe Cannata eletto tre mesi fa da indipendente nelle liste di Fratelli d’Italia ma mai iscritto al movimento – ha scritto Giorgia Meloni su Facebook -. Le sue affermazioni, gravissime, non rispecchiano in nessun modo il pensiero di FdI. Non c’è posto per chi scrive certe cose in Fratelli d’italia». Poteva essere il punto: una condanna, una reprimenda e una presa di distanze sacrosanta. E invece no.
E allora Bibbiano?
Come fosse un trending topic da lanciare su Twitter, anche in questa occasione Giorgia Meloni ha tirato ancora in ballo la triste vicenda di Bibbiano, senza che c’entrasse nulla. Solo per fare un altro attacco al Partito Democratico: «Non accettiamo lezioni da nessuno, soprattutto dal Pd che non ha avuto nemmeno la decenza di prendere provvedimenti nei confronti di un suo sindaco agli arresti domiciliari perché coinvolto nello scandalo di Bibbiano». Legittimo (anche se il primo cittadino del comune reggiano è indagato per abuso d’ufficio, non per le torture psicologiche ai minori), ma cosa c’entra con Vercelli? È il classico ‘buttarla in caciara’ populista in cui si spargono concetti vaghi nella rete senza dare risposte. Solo per sfamare i popolo degli elettori che pendono dalle sue labbra. Il metodo Salvini in Bignami. Si poteva condannare il consigliere di Vercelli e basta. E invece no.
(foto di copertina: Antonio Melita/Pacific Press via ZUMA Wire)