Venezia, genitori invitano i figli a picchiare gli avversari (e insultano un bambino di colore): partita persa

23/11/2018 di Redazione

I genitori dei baby calciatori invitano i figli in campo a picchiare gli avversari e rivolgono un insulto razzista a un bambino di colore. E la loro squadra perde la partita a tavolino. È quanto accaduto sabato 10 novembre in provincia di Venezia, precisamente al Don Mario Zanin di Pegolotte, una frazione del piccolo comune di Cona. A raccontarlo è oggi il quotidiano Il Gazzettino (in un articolo a firma Marco De Lazzari).

Venezia, partita persa a tavolino per le parole dei genitori a bordo campo

Protagonisti della singolare vicenda, a dare il cattivo esempio, sono stati i genitori dei giovanissimi giocatori del Cartura, una squadra padovana. Dopo i loro inviti ad andarci giù duro e l’insulto razzista la gara è stata sospesa ed assegnata la vittoria ai padroni di casa del Pegolette. Il match, nove contro nove, valido per il campionato Esordienti Misti Autunnale provinciale di Padova, è stato interrotto all’inizio del terzo e ultimo mini tempo, mentre il Pegolotte perdeva per 2 a 1. Ma dopo la decisione del giudice, basata sul rapporto dell’arbitro, i padroni di casa hanno vinto per 3 a 0.

Come spiega Il Gazzettino, la squadra ospite del Cartura paga per la responsabilità oggettiva per il comportamento dei sostenitori-genitori. E oltre alla sconfitta, rimedia anche un’ammenda di 50 euro per un dirigente, inibito fino al 5 dicembre per non essersi adoperato per far cessare gli insulti e portare tutto alla normalità. Un dirigente del Pegolotte ha spiegato: «Nei primi due tempi dagli spalti alcuni genitori effettivamente esortavano al gioco duro nei confronti un paio di nostri ragazzi più dotati sul piano tecnico. Ad un certo punto c’è stato un unico insulto verso un nostro giovane di colore, da parte di un unico genitore, il quale poi ha cercato di raggiungere il ragazzo». Una versione diversa è quella fornita al Gazzettino dal presidente del Cartura: «Tutto è nato dal comportamento dei dirigenti del Pegolotte che non hanno sostituto un loro giocatore un po’ esuberante, il cui comportamento ha determinato la reazione di un nostro genitore che ha pronunciato magari una frase inopportuna, ma assolutamente non razzista. Ed escludo che i genitori abbiano incitato i nostri ragazzi a praticare un gioco pesante».

(Foto di copertina da archivio Ansa: un campo di calcetto. Credit immagine: Ansa / Massimo Percossi)

Share this article