No, Vecchio e Nuovo Testamento non saranno vietati se il DDL Zan sul reato di omotransfobia verrà approvato
19/06/2020 di Ilaria Roncone
Chiariamolo immediatamente a scanso di ogni equivoco: nel testo del DDL Zan per inserire il reato di omotransfobia le parole Nuovo Testamento e Vecchio Testamento non compaiono nemmeno. La legge depositata in commissione Giustizia lo scorso 16 giugno non mira in alcun modo a intaccare la fede e le manifestazioni di fede dei cristiani. Rispetto al DDL Zan e alla sua approvazione se ne stanno sentendo di tutti i colori, non ultima la questione che vieterebbe Vecchio e Nuovo Testamento.
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I siti che affermano questa bufala su Vecchio e Nuovo Testamento e DDL Zan
Come ha ricostruito Bufale, ci sono una serie di siti che – negli ultimi giorni – hanno diffuso questa falsa notizia. Rassegnastampa.eu e NotizieCristiane.com non i due siti sui quali è comparsa questa falsa notizia. Che il testo del DDL contro l’omotransfobia non abbia nulla a che vedere con Nuovo e Vecchio testamento lo dimostra l’articolo de L’Espresso in cui il materiale in attesa di approvazione è stato pubblicato per intero in data 11 giugno 2020. Secondo le persone che hanno scritto gli articoli – così come secondo la CEI – tutelare le persone della comunità LGBTQ comporterebbe una deriva liberticida della libertà di espressione e di opinione dei credenti.
Cosa farà realmente il DDL Zan se approvato
La legge contro l’omotransfobia non punta ad altro che a rendere l’ostilità e la violenza contro la comunità LGBTQ equiparabili ai reati o ai discorsi d’odio fatti per etnia, nazionalità o religione. Il punto è quello di inserire l’orientamento sessuale e l’identità di genere nell’impianto giuridico attuale che punisce coloro che discriminano basandosi su questi criteri. Nulla a che vedere con Nuovo e Vecchio Testamento, quindi, e nemmeno con la limitazione della libertà di espressione; il DDL Zan, infatti, altro non fa che estendere una normativa già esistente – quella della Legge n.654 del 13 ottobre 1975 (detta Legge Reale), modificata con il Decreto legge n. 122 del 26 aprile 1993 (detta Legge Mancino) – per far sì che le persone vengano protette anche quando si tratta di identità di genere e orientamento sessuale oltre che per nazionalità, etnia e religione.