Al ministero di Di Maio scrivono «vaucher» al posto di voucher

Topica clamorosa al ministero per lo Sviluppo Economico, il dicastero che – insieme a quello per il Lavoro – è retto da Luigi Di Maio. Nel dibattito di questi giorni, che ha portato al decreto dignità varato nella serata di ieri dal consiglio dei ministri, si è tornato a parlare di voucher, ovvero i buoni con cui venivano spesso pagate le prestazioni occasionali e che sono stati fortemente ridimensionati in seguito alle ultime riforme del mercato del lavoro.

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Vaucher al posto di voucher, il problema su Twitter

In un tweet di qualche giorno fa che si occupava della tematica, il nuovo social media manager del Mise ha commesso un errore fatale. Invece di scrivere voucher, infatti, ha scritto «vaucher». La cosa è stata aggravata dal fatto che la parola era preceduta dal simbolo dell’hashtag e – pertanto -, nelle intenzioni del gestore dell’account, doveva costituire una parola chiave per la ricerca su Twitter dell’argomento. Ma nessuno ha trovato quel post, semplicemente perchè l’hashtag è stato clamorosamente sbagliato.

In modo particolare, lo scorso 27 giugno, il Ministero per lo Sviluppo Economico aveva annunciato la pubblicazione online delle nuove risposte alle domande sull’erogazione digitale dei nuovi voucher. Un’informazione di servizio molto importante che, tuttavia, è stata gestita malissimo nella sua promozione e sponsorizzazione.

Vaucher al posto di voucher, non è solo una questione grammaticale

Sulla rete, tuttavia, qualcuno si è reso conto dell’errore e ha chiamato in causa lo stesso ministro Di Maio, sollecitandolo a controllare le comunicazioni ufficiali del suo staff. In ogni caso, a proposito dei voucher, il vicepremier è chiamato a risolvere questioni ben più spinose degli errori grammaticali. La cancellazione della misura della reintroduzione dei voucher nel nuovo decreto dignità, infatti, ha fatto storcere il naso alla Lega che punta al loro riutilizzo. Oggi, lo stesso Di Maio ha parlato di una possibile reintroduzione dei voucher per il settore agricolo. Ma nulla è così scontato.

Una vera e propria diatriba interna al governo, insomma, che offre il fianco ad altre critiche da parte dell’alleato del Movimento 5 Stelle: la Lega, infatti, non sarebbe particolarmente favorevole alle misure che limitano l’introduzione dei contratti a tempo determinato. La battaglia in Parlamento si annuncia più difficile del previsto.

(FOTO ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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