Il caso Sanofi e il vaccino che sarà venduto prima agli americani

14/05/2020 di Enzo Boldi

«Serviremo per primi gli Stati Uniti perché ha investito molto per proteggere la popolazione». Queste parole, pronunciate dal Ceo di Sanofi, Paul Hudson, hanno scatenato un vero e proprio caso internazionale. La grande azienda farmaceutica francese sembra indirizzata verso una via d’accesso preferenziale nei confronti del governo americano per quel che riguarda un futuro – ancora deve essere prodotto e commercializzato – vaccino anti Covid-19. Una presa di posizione commerciale che ha generato diverse reazioni in Francia, ma anche in tutta l’Unione Europea. Il vaccino Sanofi diventa un caso internazionale.

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«Gli Stati Uniti avranno diritto all’ordinazione prioritaria più consistente, dal momento che hanno investito di più», ha detto Paul Hudson all’agenzia Bloomberg. Lo stesso dirigente ha parlato di condivisione del rischio da parte degli Stati Uniti, con un partnership con un ente pubblico americana. Insomma, business is business. Occorre sottolineare che il Vaccino Sanofi non sia ancora stato prodotto e, come accade in ogni parte del mondo, anche l’azienda transalpina partecipa alla corsa per creare un prodotto per l’immunizzazione da Covid-19.

Vaccino Sanofi e le polemiche per la precedenza agli Usa

Nel corso della stessa intervista, il Ceo di Sanofi ha detto che il prodotto sarà commercializzato in seguito anche in Europa, dopo che si vedranno i risultati negli Stati Uniti e solo se il Vecchio Continente si dimostrerà «altrettanto efficace» nel finanziare gli studi sul Vaccino. Ovviamente, qui la matematica viene in aiuto, sembra esser molto difficile riuscire a produrre un Vaccino Sanofi per tutta la popolazione statunitense. Immaginiamoci se si proverà ad estendere questo discorso all’Unione Europea e al resto del mondo. Per questo motivo il governo francese ha già protestato contro Sanofi per questa scelta che rispecchia solamente crismi commerciali e poco sanitari, visto che si tratta di una pandemia globale.

(foto di copertina: da Pixabay)

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