Youtube ha rimosso un milione di video che facevano disinformazione sul Covid

I contenuti rimossi sono stati caricati da febbraio 2020 in poi e i numeri danno un'idea di quanto la disinformazione in merito possa essere dilagante

26/08/2021 di Ilaria Roncone

Un milione di video. Questo è il numero di contenuto caricati sulla piattaforma a partire da febbraio 2020 che – in questo lasso di tempo – hanno contribuito ad alimentare la disinformazione sulla pandemia in corso. Oltre a questi, sono stati rimossi altri milioni di video che violavano, in un modo o nell’altro, la policy di Youtube. A renderlo noto è stato il Chief Product Officer di YouTube, Neal Mahon, che ha condiviso i dati in un post sul blog. La disinformazione Covid su Youtube ha quindi trovato parecchio spazio (e non solo lì).

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Via la disinformazione Covid su Youtube

Youtube sta agendo per sottoporre a controllo tutti i contenuti pubblicati – si tratta di miliardi di video – ed è emerso che «circa il 16-18% delle visualizzazioni totali risultano essere contenuti che violano le nostre politiche». Il Chief Officer ci ha tenuto a sottolineare che i contenuti cattivi rappresentano una percentuale relativamente piccola dei miliardi di video presenti sulla piattaforma e che «la maggior parte non raggiunge nemmeno 10 visualizzazioni».

Dopo il tentativo mal riuscito di Facebook di ripulirsi la reputazione rispetto alla disinformazione sul Covid e alla sua diffusione sulla piattaforma e gli ultime dati emersi su Twitter in merito ai post di Trump, anche Youtube ha dovuto rendere noto pubblicamente come si comporta con i contenuti disinformativi che vengono pubblicati dagli utenti.

La pandemia e quanto successo prima e dopo le elezioni Usa nella comunicazione social di Trump hanno permesso alle luci di rimanere ben puntate sulla disinformazione diffusa tramite social, sottolineando la responsabilità che le piattaforme hanno avuto finora e quella che dovrebbero assumersi per rendere internet un luogo più sicuro in tal senso.

La disinformazione che diventa mainstream

Proprio in questa direzione va l’analisi di Mahon, che oltre a confermare la rimozione di un milione di video disinformativi sulla pandemia ha anche osservato come «la disinformazione si è spostata dal marginale al mainstram e non è più contenuta nei mondi isolati dei negazionisti dell’Olocausto o dei truthers dell’11 settembre». Se prima determinati tipi di storie e di manipolazioni giravano solo in ambienti ristretti, «orala disinformazione si estende in ogni sfaccettatura della società, a volte lacerando le comunità con una velocità impressionante».

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