Padre incolpa l’Università di Udine perché la figlia è lesbica

09/05/2018 di Redazione

Un genitore ha scritto una lunga lettera al sito “Notizie Pro Vita“, associazione che sostiene unicamente la famiglia tradizionale, ovvero quella tra un uomo e una donna.

A scrivere – spiega l’associazione – è un papà profondamente addolorato che denuncia la “perdita della sua primogenita“. Cosa avrà mai fatto questa figlia? Semplicemente ha deciso di amare realmente chi desidera: ovvero una persona dello stesso sesso.

Sacrilegio.

«Gentilissimi di ProVita,

sono un genitore che 9 mesi fa ha “perduto” la sua primogenita: letteralmente fagocitata dalla piaga del gender e dell’omosessualità dilagante.

Da 9 mesi con dolore inimmaginabile non la vedo, non la sento, non so niente di questa ventiseienne…. Da 9 mesi vive in simbiosi (parassitosi sarebbe più corretto) con un’altra sodomita come lei… Da 9 mesi, almeno, ha rinnegato la storia che Dio le aveva donato, nonché ogni grazia che Dio le aveva concesso…

Da 9 mesi è uno scandalo impressionante per noi suoi genitori, per i suoi quattro fratelli e chissà per quanti altri… Quando dico scandalo intendo proprio scandalo: una lacerazione violenta nel cuore del percepirsi, nel cuore dell’essenza stessa di quello che siamo.

Ora – distrutti e fortemente feriti dallo sproporzionato disprezzo di ogni nostro significato, di ogni nostro fare, della nostra stessa vita – scopro come potrebbe essersi concretizzata in lei questa perversa pazzia. Mia figlia, tuttora studentessa universitaria presso l’Università Di Udine (UNIUD è l’unica in italia a prevedere il doppio libretto per gender), deve essere stata adescata da iniziative come quella che vi pubblico qui sotto, inviata via mail a tutti gli studenti attraverso i canali ufficiali dell’università stessa: We are all V.I.P. (Very Important People) – Aegee Udine […]

Queste cose vanno denunciate e rese pubbliche. Le famiglie devono sapere che rischi corrono i propri figli. Le famiglie devono sapere che l’Università offre servizi quali il tutorato (le due lesbiche sono due tutor) che sono delle trappole diaboliche!»

La notizia è diventata virale. Sotto il post in questione fioccano diversi commenti

 figlia lesbica

Potrebbe non esistere questo padre disperato. E tralasciando i dettagli su specifiche persone presenti all’interno dell’ateneo e descritte nella lettera di cosa parlava il workshop “We are all V.I.P. (Very Important People)”? Tenutosi il 5 maggio scorso e proposto da Aegee Udine si è parlato di discriminazione, relazioni, identità e sessualità. Niente di male, nulla di pericoloso. “Mi piacerebbe davvero sentire il punto di vista della figlia – si chiede una lettrice – non è sempre detto che sia il padre nel giusto“.

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Carlo Liotti, allievo della facoltà di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Udine, ha  voluto rispondere su Udine Today alle accuse che quel genitore ha rivolto all’Ateneo friulano.

Gentilissimo Genitore,

sono uno studente iscritto all’Università degli studi di Udine. Leggendo il suo appello, la sua richiesta di aiuto, per riportare sulla retta via la povera figlia smarrita, colpita dalle impronunciabili nefandezze causate dalla sua frequentazione della mia medesima Università, mi sembra doveroso esprimerle alcuni spunti di riflessione.

Da 9 mesi finalmente sua figlia è “libera”. Da 9 mesi sua figlia evita un genitore che la considera una deviata, una malata. Qualsiasi ragazzo/a ha il diritto di dileguarsi da una famiglia che giudica il suo orientamento sessuale scandaloso, qualsiasi ragazzo/a vivrebbe un disagio incredibile nell’essere considerato un disonore anziché essere considerato un figlio/a, a prescindere da chi può amare. Perché mio caro genitore quello che forse lei non comprende è che si tratta di amore, un sentimento che lei sta negando totalmente a sua figlia, un sentimento che è alla base di qualsiasi credo religioso, l’unico vero comandamento di Dio.

Proprio lei che invoca Dio, con la speranza di redimere la figliola da questo orribile peccato, sta oltraggiando il vero e unico comandamento di Dio, l’amore. L’amore per una figlia che non può essere giudicata per il suo orientamento sessuale, l’amore per una figlia che si trova costretta ad allontanarsi dal suo stesso sangue perché considerata una degenerata.

La invito, mio caro genitore, a partecipare a qualche attività sulla Parità dei Diritti che giustamente l’Università di Udine, luogo di cultura, di scoperta, di conoscenza propone ai suoi studenti, indirizzandoli verso quella apertura mentale utile ad una vera società civile ed etica.

Carlo Liotti

 

Almeno questa lettera è firmata. Chissà perché.

 

(in copertina foto di repertorio. Robin Rayne Nelson/ZUMA Wire/ZUMAPRESS.com)

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