Ubaldo Bocci dice di aver preso i 600 euro di bonus per dimostrare che la legge era scritta male | VIDEO

Il consigliere comunale di Firenze e coordinatore del centrodestra ha poi ribadito il versamento in beneficenza di quei soldi

12/08/2020 di Enzo Boldi

Voleva dare un segnale e mostrare all’Italia intera quanto fosse fallace la legge che ha accompagnato la concessione del famoso bonus da 600 euro destinato alle partite Iva e ai lavoratori autonomi. Ospite di Agorà – su Rai 3 – torna a parlare Ubaldo Bocci, sfidante di Dario Nardella alle ultime elezioni a Firenze, consigliere comunale nel capoluogo toscano, coordinatore del centrodestra e imprenditore, dopo la ‘confessione’ arrivata nella giornata di ieri.

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«Io mi rendo conto, perché poi una persona sulle cose ci ragiona e ci riflette – ha esordito Ubaldo Bocci in collegamento con Agorà -. Io credo che, sicuramente, la motivazione di partenza fosse legittima, perché volevo dimostrare che le legge era fatta male. È naturale che l’ultima cosa che mi è passata per la testa è che questi soldi rimanessero a me, tant’è vero che ho copie di bonifici fatti in tempi non sospetti».

Ubaldo Bocci e il bonus chiesto per mostrare una legge fallace

Il politico e imprenditore, infatti, già nella giornata di martedì aveva spiegato di aver versato quei 600 euro ottenuti in beneficienza. Ora racconta di come quel suo gesto sia stato simbolico (e annunciato ad altri prima che si concretizzasse): voleva dimostrare come la legge sul bonus Covid ai lavoratori autonomi fosse ricca di errori e priva di qualsiasi paletto di reddito. Insomma, questa volta non si è trattato – come invece detto da altri consiglieri italiani, bipartisan – di un disguido con i commercialisti o con compagni vari. Si è trattato, secondo il racconto di Bocci, di un atto arbitrariamente voluto.

(foto di copertina: da Agorà, Rai 3)

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