Twitter rimuove 75 mila account che facevano disinformazione sulla guerra
Twitter ha reso note le sue ultime mosse tradotte in numeri contro la disinformazione sul conflitto in Ucraina
17/03/2022 di Ilaria Roncone
Twitter, tramite il suo blog, fornisce dati relativi alla procedura in atto contro la disinformazione in Ucraina. L’ultimo aggiornamento è relativo a contenuti e account fake che trattavano questi temi in maniera fuorviante eliminati: si tratta di 50 mila contenuti falsi e 75 mila account che agivano diffondendo notizie ingannevoli. Gli account rimossi nell’ambito dei provvedimenti atti a rendere più sano e autentico il dibattito sull’Ucraina sono stati presi come target per “comportamento non autentico” e spam. Twitter contro disinformazione Ucraina, quindi, procede per step che vengono condivisi con gli utenti.
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Gli ultimi provvedimenti Twitter contro disinformazione Ucraina
Nei 75 mila account fake rimossi sono compresi gli utenti che facevano propaganda di guerra e quelli che sono stati riscontrati come associati all’hashtag andato virale lo scorso mese #IStandWithPutin. L’hashtag ha veicolato una campagna coordinata che ha toccato anche l’Italia – dove è stato tradotto con il corrispettivo #IoStoConPutin -. A partire dal 28 febbraio Twitter ha etichettato 61 mila post unici che contenevano link e collegamenti a media di stato russo e ai loro contenuti propagandistici.
Twitter ha provato a circoscrivere questa campagna tramite un’attività di ricerca mirata, riconducendo la diffusione di post virali a una gamma ampia di attori che hanno iniziato a far circolare filmati di conflitti vecchi facendo credere che si trattasse di materiale riconducibile al conflitto scoppiato da poco. Oltre a questo, sono state individuate anche finte raccolte fondi a favore del popolo ucraino: il denaro degli utenti che cadevano preda della truffa finiva direttamente nelle tasche dei cyber criminali.
Per i media gestiti dallo stato – in primis RT e Sputnik – è scattato prima l’oscuramente e poi i contenuti sono tornati disponibili abbinati all’etichetta chiarificante “media gestiti da uno Stato”. A partire da questi provvedimenti, spiega la piattaforma, la portata di questi tweet è stata ridotta del 30%. L’ultimo caso virtuoso citato da Twitter riguarda il video deep fake di Zelensky – smentito dal presidente dell’Ucraina stesso – che ha raccolto 114 mila visualizzazioni prima di essere rimosso sia da Twitter che da Facebook.