Come il governo russo sta usando una scappatoia di Twitter per diffondere la disinformazione
Ancora una volta, la disinformazione è più forte della realtà e le piattaforme social diventano un mezzo per creare confusione e diffondere fake news
16/03/2022 di Martina Maria Mancassola
Ancora una volta, la disinformazione russa passa attraverso Twitter. Da molti giorni, la disinformazione dilaga sui social network, alimentando il rischio per la sicurezza online e offline degli utenti, nonché censurando la reale situazione in Ucraina. Social network come Twitter e Facebook diventano, allora, il veicolo per diffondere notizie fasulle, come per esempio quella secondo cui il governo ucraino starebbe ponendo in essere un genocidio di massa di civili. Abbiamo già parlato delle teorie cospirazioniste di QAnon e del fatto che i suoi sostenitori abbiano diffuso la voce che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy sia, in realtà, un agente del «Nuovo Ordine Mondiale». La guerra in Ucraina, in breve, rientrerebbe in una serie di grandi eventi geopolitici non «reali» ma parte di un piano più grande, un cosiddetto «Grande Risveglio», in questo modo sostenendo indirettamente Putin o comunque giustificando l’invasione dello stesso in Ucraina. Ci sono stati utenti che hanno utilizzato, addirittura, scene di film drammatici, per esempio «The Search», per dimostrare la crudeltà degli ucraini a giustificazione dell’invasione di Putin nel paese. Numerose risultano le fake news che circolano sul web e il lato drammatico di questa guerra, oltre ovviamente al numero di vittime, è questa sfrenata volontà di diffondere falsità per giustificare un conflitto che non ha giustificazione alcuna.
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Disinformazione russa Twitter: la piattaforma viene utilizzata per pubblicare notizie false e veicolare situazioni irreali in Ucraina
Nessuna di queste fake news è stata mai confermata ma prima della smentita, purtroppo, è stata letta da milioni di utenti nel tentativo di dare una giustificazione all’invasione russa dell’Ucraina. Anche funzionari russi e cinesi hanno dato il loro contributo per veicolare notizie false, come quella, per esempio, secondo cui gli Stati Uniti starebbero finanziando la ricerca delle armi biologiche in Ucraina. Ci sono dozzine di account Twitter del governo russo che stanno utilizzando una scappatoia nelle linee guida della piattaforma social per dare attuazione ad un programma coordinato di disinformazione. Disinformare significa diffondere materiale privo di fondamento al solo fine di turbare o danneggiare qualcosa o qualcuno: una classe politica, un politico o un partito o, ancora, uno stile di vita.
Gli account Twitter del governo russo stanno, ora, assumendo un ruolo chiave nella veicolazione della disinformazione filo-russa. Anche se Twitter registra meno utenti di Facebook o Instagram, rimane una piattaforma fondamentale per produrre e la diffondere notizie fake. Ci sarebbero ben 75 account Twitter ufficiali del governo russo – che contano 7.366.622 followers – dietro tantissime notizie false che sono circolate sul web nei giorni scorsi. I post di questi account sarebbero stati retwittati 35,9 milioni di volte, ricevendo 29,8 milioni di Mi piace e 4 milioni di risposte. Nel periodo tra il 25 febbraio e il 3 marzo 2022, i post pubblicati da questi account registrano quota di 1.157 tweet e circa tre quarti erano attinenti alla situazione in Ucraina.
La notizia allarmante è che dalle elezioni americane del 2016, la disinformazione si diffonde sempre più e viene, addirittura, riconosciuta come una minaccia crescente per la democrazia. La democrazia muore nel momento in cui i cittadini non sono in grado di scegliere in base alle informazioni che reperiscono dai mass media, dalla stampa e dalla politica. Se l’informazione è truccata o falsata, è evidente che i cittadini non saranno più in grado di decidere consapevolmente. La capacità dei cittadini di poter e saper scegliere, poiché adeguatamente informati dalla classe politica, è oggi gravemente compromessa dal malsano utilizzo dei social, dalle affermazioni fuorvianti e truffaldine che vengono veicolate come realtà, come verità. Oggi la disinformazione mette in pericolo la sicurezza dei cittadini ucraini e di quanti stanno cercando di aiutarli, ma questa disinformazione è la stessa che abbiamo già visto e vissuto durante la pandemia di Covid-19, la quale ha rappresentato – e rappresenta ancora adesso – una temibile minaccia per la salute e la sicurezza pubblica di tutti i cittadini. Cambia la forma ma non la sostanza: la disinformazione è sempre esistita ma negli ultimi anni si tinge di nuove tinte, poiché nuovi sono gli strumenti per veicolarla meglio e più rapidamente e, certamente, social network e rapidità di diffusione sono mezzi efficientissimi per far prosperare sulle piattaforme innumerevoli notizie fake.
Foto IPP/zumapress